Chi è l’imprenditore Alberto Genovese, lo scandalo e l’arresto

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Di Redazione Metropolitan

Alberto Genovese, imprenditore di successo operante nel settore fintech e co-fondatore di Facile.it (da cui ha ottenuto una exit da 100 milioni di euro) e Prima Assicurazioni.

Alberto Genovese nasce nel napoletano 43 anni fa, ma completa la sua istruzioni a Milano laureandosi in Economia e commercio presso l’Università meneghina Bocconi. Subito dopo la laurea inizia a lavorare nella società di consulenza McKinsey, per poi passare a Bain e nel 2015 in eBay. Il suo curriculum è ricco di esperienze lavorative e ruoli in varie società, ma il successo vero e proprio di Genovese è arrivato con la fondazione di Facile.it, il principale portale italiano che permette di comparare i prezzi di diverse compagnie assicurative.

L’imprenditore napoletano, ma milanese di adozione, è finito nell’occhio del ciclone dopo l’accusa di sequestro e violenza ai danni di una giovane ragazza appena diciottenne, oltre che di spaccio e lesioni.

Vive da oltre 20 anni a Milano dove ha studiato all’Università Bocconi, si è laureato in Economia, ed ha iniziato la carriera in società di consulenza. Ha fondato Facile.it, piattaforma venduta poi per 100 milioni, poi Prima Assicurazioni. Ha lanciato varie start up, divenendo uno degli uomini più volte nominato proprio in questo campo per i suoi successi. Le sue startup sono state celebrate nel mondo dell’economia digitale: oggi Prima Assicurazioni conta quasi un milione di clienti.

Alberto Genovese era solito invitare l’elite Milanese, e non solo, a partecipare ad  ”feste private” all’interno del suo appartamento vista Duomo di Milano, chiamato da lui stesso Terrazza Sentimento. La prima regola era lasciare i cellulari. Secondo fonti investigative durante quelle feste si era soliti consumare droga: cocaina, ketamina, 2CB, la preziosa cocaina rosa che si ottiene mixando cocaina e anfetamina. Le sostanze erano a disposizione gratuita degli invitati distribuite su grandi vassoi neri. Dalle dichiarazioni apprese dalle ragazze che, abitualmente frequentavano le feste di Genovese, questi era solito versare nei bicchieri delle invitate il Ghb, la cosiddetta droga dello stupro, per una sua pura velleità.

Cosa è successo la notte del 10 Ottobre?

Il 10 Ottobre era in corso una festa. Risulta, anche, dal fatto che la Polizia quella notte, in due occasioni, si è recata presso la Terrazza Sentimento allertata da alcuni vicini che lamentavano il disturbo della quiete notturna. A chiamare la polizia anche Roberto Bolle, il famoso ballerino residente al piano di sotto dello stesso immobile. Giunta all’appartamento, la Polizia, non poteva immaginare ciò che nella stanza patronale si stava consumando: lo stupro di una ragazza di appena 18 anni.

Lo stupro della ragazza e l’arresto

La ragazza è stata legata e torturata mentre era priva di sensi. Quando, svanito l’effetto della droga, la ragazza ha ripreso coscienza racconta di aver implorato Genovese di smetterla senza però riuscire ad ottenere alcun risultato. Inerme, la ragazza non può chiamare le amiche: si trova in una stanza blindata da Bodyguard e senza cellulare. Riesce a fuggire la mattina dopo, recupera il telefonino e scrive un sms ad un’amica per chiederle aiuto. In strada a soccorrerla trova la Polizia: è in stato confusionale, dolorante, semisvestita, con una sola scarpa. Denuncia l’accaduto e viene portata alla Clinica Mangiagalli di Milano dove i referti medici confermano le reiterate violenze subite.

Alberto Genovese viene arrestato la sera del 6 Novembre con le accuse di violenza sessuale, spaccio di droga e sequestro di persona. La perquisizione nell’appartamento di Genovese, poi posto sotto sequestro, conferma le accuse. Nella cassaforte sono rivenuti 40 mila euro, cocaina, ketamina e un diamante. Il fermo cautelare è disposto dal gip Tommaso Perna, anche a seguito della scoperta di  tentativo di inquinamento delle prove e pericolo di fuga. Alberto Genovese, infatti, avvertendo la pressione della Polizia chiede ad un suo collaboratore di cancellare le immagini delle videocamere di sorveglianza, poi ritrovate grazie ai mezzi tecnici investigativi, che hanno ripreso integralmente lo stupro consumato ai danni della 18enne. Si reca presso l’Ufficio Passaporti, dalle intercettazioni di una telefonata intercorsa con la madre, emerge la dichiarazione in cui Genovese afferma di avere a disposizione un jet privato con il quale si sarebbe voluto allontanare volontariamente recandosi prima ad Amsterdam e poi in Sud America.

La difesa di Alberto Genovese

Prontamente sventati i tentativi di fuggire ai doverosi accertamenti si trova di fronte al Gip, Tommaso Perna. Tenta di difendersi affermando:

Sono un tossicodipendente ormai da 4 anni, quando faccio uso di droga perdo il controllo, non riconosco il confine tra legale ed illegale. Ho bisogno di aiuto per disintossicarmi”. 

La droga, com’è noto, amplifica gli stati psicofisici, rendendoli però maggiormente conformi alla vera natura del soggetto che l’assume. Le dichiarazioni di Genovese risultano soltanto un tentativo evidente di accedere alle attenuanti per incapacità momentanea. Lo sa bene il Gip, Tommaso Perna che, convalidando il suo arresto, afferma l’esistenza dell’esigenze di custodia cautelare in carcere.