Un recente studio ha confermato che alcuni libri antichi potrebbero contenere sostanze tossiche. Si ipotizza, infatti, che alcune tinture utilizzate per dar colore ai libri contengano pigmenti nocivi.
Libri antichi e sostanze tossiche, qual è la verità?
Alcuni dei libri risalenti all’epoca vittoriana potrebbero contenere sostanze tossiche all’interno dei pigmenti utilizzati per colorare gli stessi libri. Si tratta, in particolar modo, di tonalità dalle sfumature vivaci tipiche del periodo che metterebbero a repentaglio la salute di bibliotecari, collezionisti e lettori. A rivelarlo è uno studio della Lipscomb University presentato alla conferenza dell’American Chemical Society. La ricerca si è svolta attraverso tre tecniche, una delle quali mai utilizzata, per valutare la potenziale pericolosità dei volumi. Come riportato da AGI, Abigail Hoermann, laureanda in chimica alla Lipscomb University, spiega a riguardo:
”Gli utenti possono essere a rischio se i pigmenti delle copertine di stoffa vengono a contatto con le mani o si diffondono nell’aria e vengono inalati. Vogliamo quindi trovare un modo per rendere più facile per tutti scoprire qual è la loro esposizione a questi libri e come conservarli in modo sicuro”.
La ricerca è stata condotta da Abigali Hoermann, Jafer Aljorani, Leila Ais e Joseph Weinstein-Webb, assistente di chimica alla Lipscomb.
La scoperta
La scoperta è stata la presenza di metalli pesanti come piombo e cromo in alcuni dei pigmenti utilizzati per decorare i libri antichi. I ricercatori hanno anche ipotizzato che all’interno delle cromie utilizzate per colorare i libri possano esserci anche altri pigmenti a base di piombo che, tuttavia, non includono cromo; nello specifico l’ossido di piombo o il solfuro di piombo. Qualora queste sostanze dovessero essere inalate o essere assorbite dalla pelle si potrebbe incorrere a gravi rischi per la salute.
I ricercatori hanno rilevato la presenza di piombo e cromo in alcuni volumi, utilizzando una combinazione di fluorescenza a raggi X (XRF) e tre tecniche spettroscopiche, quali XRF per rilevare la presenza di arsenico nelle copertine o ulteriori metalli pesanti; la spettroscopia di emissione ottica al plasma accoppiato induttivamente, o ICP-OES, per identificare la concentrazione dei metalli e la diffrazione dei raggi X, o XRD, per determinare le molecole del pigmento che potenzialmente potrebbero contenere i metalli. Lo studio, una volta somministrati i test e fatte le dovute analisi, si inserisce nel progetto Poison Book Project che contribuisce a diffondere consapevolezza nel maneggiare e aver a che fare con libri antichi mirando a conservare quest’ultimi in sicurezza e con tutte le accortezze possibili.
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