Alessandro Gassman, attore e nudo da calendario

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Di Federica De Candia

In una grande casa di Velletri, dove con consuetudine si riunivano gli amici del padre Vittorio, immaginiamo l’infanzia di Alessandro Gassman. Quel bambino figlio dell’attrice francese Juliette Mayniel, che eredita dal papà il fascino. Il volto un po’ segnato di rughe che non dispiacciono, il fisico allenato da sport, ma in cui prevale la grazia. La stessa di cui Vittorio fu fiero maestro. Chissà se il cinema fu tentazione per Alessandro, o un normale passaggio di consegne, una vocazione tramandata. Aveva 17 anni quando debuttò con suo padre, interpretando se stesso, nel film “Di padre in figlio” nel 1982.

“Tra dieci anni forse volerò con le mie ali”. Disse accantonando le arie da divo, che non ha mai avuto. Con lo stesso volto, ma non rassegnato a restare all’ombra dell’amato ‘Mattatore‘. E proprio nella villa alle porte di Roma, sembra avere inizio il sodalizio artistico con Gianmarco Tognazzi. Le famiglie dei due attori, abitavano in case vicine. In una lotta a chi l’ingrandiva di più. I rapporti di buon vicinato furono rafforzati dall’amicizia, e dalle indimenticabili tavolate imbandite da Ugo Tognazzi. La goduria mangiereccia e i profumi, attiravano i ragazzi Gassmann a pochi passi di distanza. Cresciuti a più sane alimentazioni, piscina e due fette di pane.

VITTORIO GASSMAN dedica al figlio Alessandro Gassman- Clip da YouTube

Alessandro, impossibile imbarazzarlo

Scultoreo, possente, ha prestato la sua figura alle pagine patinate di un calendario. Una mossa inaspettata, forse, per un degno teatrante. Alessandro avrà sempre continuato a preferire Shakespeare agli addominali, il teatro di Pasolini ai bicipiti. Ma quelle foto in bianco e nero, sugli scogli, spiaggiato come Poseidone, recitavano quanto la Divina Commedia. Tra quella Odissea di curve oliate, il suo fisico color avorio fa rima con ‘figlio di Vittorio‘. E questo basta per riportarlo alla realtà; al set cinematografico, dove lui è nato per apparire.

Matto e mattatore, ancora una volta come suo padre; pronto a rubargli l’aggettivo che più lo caratterizza, tipico delle persone che si mettono vistosamente in mostra. Ma Alessandro è una divinità greca senza volerlo, senza sgomitare per attirare l’attenzione. Voleva studiare agraria, ma a rubare le sue braccia all’agricoltura, ci pensò Vittorio, che lo portò con se a fare l’attrezzista in teatro. E per guadagnare due lire cominciò a fare anche il modello. Non ama le poesie Alessandro, che è stato sempre un rivoluzionario, contestatore appassionato. Origini ebraiche le sue, che non tutti sanno. Giovanissimo, girava in vespa per i Parioli, o lo si poteva trovare al baretto di La Storta, a Roma nord. Uno come tanti. Uno che la sera, però, rientrava a casa Gassman.

Il Premio (2017)- film con Alessandro Gassmann e Gigi Proietti – Trailer- Da YouTube

Gassman si diventa

Personalmente, ho sempre preferito suo padre. Dall’inarrivabile fascino. Tanto, Alessandro non legge. ‘Ma il ragazzo si farà’, avrà presto lo stesso tocco brizzolato che lascerà in mostra; quella timidezza ridicola sapientemente nascosta dalla saggezza; la voce calda con una goccia d’amaro, e l’espressione seria in tutto ciò che farà. Disinvolto anche lui, nel suo fisico atletico, coraggio e illusione di gioventù.

Federica De Candia. Seguiteci su MMI e Metropolitan Cinema.