Alessandro Michele, da Gucci a Valentino: l’estro del direttore creativo con un tocco genderless

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Di Marianna Soru

Ha fatto sognare tantissime persone Alessandro Michele. Una carriera brillante, una mente creativa e un abile stratega della moda l’hanno reso in questi anni una vera e propria icona del lusso. Il suo è uno stile che si contraddistingue sempre. Ripercorriamo la sua carriera, fino alla recentissima nomina di direttore creativo di Valentino.

Chi è Alessandro Michele

Partiamo dalla fine: già il prossimo ottobre, per la Fashion Week di Parigi primavera estate 2025, il nuovo direttore creativo metterà in campo le sue creazioni. E commenta: “Sento l’immensa gioia e l’enorme responsabilità nel fare ingresso in una Maison de Couture che ha inciso la parola ‘bellezza’ in una storia collettiva fatta di ricercatezza ed estrema grazia” scrive su Instagram. “Oggi cerco le parole più adatte per dire la gioia, per renderle omaggio… Che basti quindi il mio inchino a braccia spalancate per celebrare, in questo inizio di primavera, la vita che si rigenera e la promessa di nuove fioriture.” Nasce nel 1972 a Roma, dove è anche cresciuto. La “sua” città è sempre stata la sua base. Vi è infatti legatissimo, e soprattutto non l’ha mai voluta lasciare. E ora, questo suo desiderio si è ancora più avverato: Maison Valentino ha la sua storica sede a Trinità dei Monti.

Ed è, tra l’altro, tra le pochissime maisons che hanno ancora sede nella Capitale. Alessandro comincia la sua avventura con la moda, formandosi presso l’Accademia di Costume e di Moda di Roma. Da giovanissimo, non ancora trentenne, comincia il suo primo ingaggio da Fendi. In tantissimi avrebbero scommesso che, una volta lasciata Gucci, sarebbe tornato da loro. Negli anni Novanta si occupava infatti di design di accessori. Successivamente, nel 2002, arriva la svolta. È stato infatti Tom Ford a notarlo, e ad offrirgli una sedia nella famiglia Gucci. Proprio qui ricopre diversi ruoli, fino a diventare il braccio destro della direttrice Frida Giannini. E che sostituirà a partire dal 2015. Nel frattempo poi, era diventato anche direttore creativo Richard Ginori, marchio di porcellane acquisito da Gucci.

L’esordio nelle case di moda: non solo Gucci

La sua carriera in Gucci comincia in maniera eclettica, un po’ come lui. Infatti, il CEO Marco Bizzarri gli dà un mese di tempo (i maligni dicono addirittura una settimana) per presentare la sua prima collezione. Compito che svolge in modo eccelso. La collezione, per la sfilata uomo autunno inverno, è un enorme successo. Che preannuncia la sua linea operativa: Gucci sta per cambiare. Michele porta in passerella fiocchi, pizzi e romanticismo. Soprattutto, porta in passerella quello che è da sempre il suo stile: genderless, gentile, inclusivo e soprattutto ricco di riferimenti artistici e culturali. A lui, tra l’altro, si deve la nascita del Gucci Garden, iconico store in Piazza della Signoria a Firenze.

Lui, da sempre innamorato della bellezza e affascinato dai luoghi ricchi di storia, si è sempre dimostrato attratto dal passato. E anche dai suoi tesori più preziosi: gioielli, oggetti di arredamento, servizi di porcellana. Includendo, in questa formula, anche l’arte moderna e contemporanea. Da Gucci si è infatti circondato di numerosi artisti dirompenti del panorama contemporaneo, come Silvia Calderoni. Attualmente Alessandro Michele vive nello storico Palazzo Scapucci, a due passi da Piazza Navona. Abitazione da lui acquistata e restaurata durante la ‘pausa’ dal mondo della moda. Insieme a lui il compagno, il docente universitario e regista Giovanni Attili.

Il legame con lo star system

La sua aura romana, intrisa di amore per la storia e la bellezza, ha un che di tipicamente Made in Italy. Che lo ha reso una vera e propria star, soprattutto oltreoceano. Le celebrità lo adorano. Negli anni della sua direzione creativa hanno fatto a gara per vestire Gucci. Tra gli esempi più famosi: Harry Styles e Jared Leto, con i quali condivide anche un solido rapporto di amicizia. Con loro anche Lana del Rey, Billie Eilish, Rihanna, Dakota Johnson, e molte star italiane come Alessandro Borghi e i Maneskin.

L’impronta di Alessandro Michele ha plasmato l’estetica degli ultimi dieci anni, portando Gucci a un livello di estro. Che è invece cambiato con la nuova direzione nostalgica di Sabato De Sarno. Ma, come tutti i direttori creativi, portano la loro firma (sempre iconica) delle maisons. Ed è qui che capiremo la fedeltà delle star: seguiranno Michele da Valentino, o il direttore creativo uscente Pierpaolo Piccioli?

Marianna Soru

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