Un decotto di ayahuasca è ciò che aveva assunto Alex Marangon. A decretarlo sono le analisi coordinate dalla tossicologa Donata Favretto dal laboratorio di Trieste. La notizia arriva dal Corriere del Veneto, che spiega che gli esami hanno dato esito positivo. Così si ha avuto la conferma che nel corso del ritiro di sciamanesimo tradizionale amazzonico, che si è svolto in quei giorni all’Abbazia di Santa Bona di Vidor, si sono assunte anche le piante allucinogene. 

L’esame tossicologico di Alex Marangon

“Sono arrivato prima, in una casa condivisa, adesso ho mangiato una pizza, sembra che ci siano buone proposte, tante news, ho già detto che non faccio tutta la stagione, andrò a fare una cerimonia con l’ayahuasca”. Sono le parole che Alex Marangon, il barista 25enne di Marcon, avrebbe inviato con un messaggio ad un amico poche ore prima di morire nella notte tra il 29 e il 30 giugno nel corso di un rito sciamanico nell’abbazia di Vidor (Treviso).

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