Alice Nella Città incontra il regista Giuseppe Tornatore per parlare della sua carriera.
Nuovo Cinema Paradiso compie trent’anni e festeggia ad Alice Nella Città, la sezione parallela e autonoma della Festa del Cinema. Infatti, il regista siciliano ha ripercorso le tappe principali del film e della sua carriera di fronte a centinaia di ragazzi e ragazze.
La crisi e la chiusura dei cinema
“Nella seconda metà anni degli Anni ’80 il cinema viveva il suo peggiore momento di crisi: le sale o chiudevano, o si trasformavano in cinema a luci rosse. Io, che avevo esordito da poco, mi sentivo come se fossi riuscito a fare il mestiere che volevo, proprio ora che quel mestiere non esisteva più. Un giorno vidi il cinema di Bagheria chiuso. E così quell’idea cui stavo lavorando prese forma. Nuovo Cinema Paradiso nacque così, da una nostalgia mista a indignazione”. Ma quel film, prima del trionfo internazionale, non ebbe vita facile. “Oggi insisterei con il mio produttore, Franco Cristaldi, per non presentare al pubblico il film non finito. La prima proiezione di Bari generò incomprensioni. Non era ancora ultimato, ma lui volle vedere le reazioni della gente”. Il pubblico reagì calorosamente, la critica meno, ” Ma il guaio fu che quell’entusiasmo convinse i distributori che non sarebbe nemmeno servito promuoverlo”.
Quasi senza pubblicità, in dieci copie, e considerato “troppo lungo” con le sue due ore e mezza di durata, il film andò male in sala. Finché Tornatore non decise di rimetterci mano, tagliando venti minuti, e il film tornò al cinema «con una locandina diversa. Ma fece meno soldi di prima. Ero convinto di aver fallito. Ma come diceva Rosi, non bisogna perdersi d’animo. Perché i film fanno di testa loro».
Gli incassi
Dopo Cannes, Nuovo Cinema Paradiso uscì a Parigi e fece più incassi di Batman. “Mi avevano chiesto di aprire Cannes, ma avevo preso talmente tante batoste che ero sicuro che sarebbe passato come un gesto presuntuoso. E così mi opposi, e loro piazzarono il film come ultima proiezione del festival. Senza dire niente a nessuno comprai il biglietto di ritorno per scappare subito dopo”. Non fuggì. Il film vinse il Premio della Giuria nell’anno in cui la Palma d’oro andò a Steven Soderbergh con Sesso, bugie e videotape.

Tornatore poi ha ricordato ai ragazzi il clima speciale creato sul set, «con il capo elettricista che mi disse: vedrai che vinciamo l’Oscar. Scommettemmo 500 mila lire. Dopo aver vinto l’Oscar gli ho mandato l’assegno. Lui mi disse che preferiva incorniciarlo. Poi incorniciò la fotocopia… ». Legami saldi come quello con il grande Ennio Morricone, che oggi – ha detto – tornerebbe a comporre per un film solo con Tornatore. «Che bello», commenta, «lui è il più grande».