
L’esigenza di parlare di corpi e oppressione ha reso possibile l’approdo alla queer art di Sara Brown, artista di Roma che vive e lavora a Barcellona come performer e manager dell’ufficio stampa della regista porno Erika Lust.
Il suo è un progetto che affonda le radici nel teatro, inteso come un luogo di appropriazione e condivisione di spazio che non può non farci riflettere sul nostro corpo e su quello altrui. Spesso si associa il prendere posizione, tipico del movimento femminista e delle minoranze, all’occupare spazio: far sentire la propria presenza in relazione a quella degli altri è proprio il concetto alla base della queer art di Sara Brown.
La scelta di unire il teatro alla sessualità è stata automatica: «La sessualità è ovunque», dice Brown, ma sottoposta a rigidi dogmi standardizzati. Ecco perché ha creato la piattaforma multidisciplinare PLEASUREisPOWER, il cui intento è decostruire il controllo che la società esercita sui corpi attraverso modi diversi di vivere la sessualità.
Quando si usa il proprio corpo non solo in funzione della macchina capitalista ma per rivendicare il proprio piacere […], allora si ottiene un potere.
Intervista a Frisson Magazine n°9
Dall’esplorazione del corpo a quella delle identità queer fino ad arrivare al concetto di mostro, inteso come tutto ciò che è considerato anormale e che stupisce e spaventa. Ma per Sara Brown il mostruoso è una delle tante forme espressive dell’umanità e della libertà. E il teatro è il luogo in cui tutto ciò avviene, la fucina dove è possibile plasmare un sé nuovo e consapevole.
Chiara Cozzi
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