Cholismo, Sarrismo, Bielsismo… abbiamo parlato spesso delle filosofie di parecchi allenatori di tutta Europa. Parliamo oggi di quello che potremmo chiamare, in linea con gli altri colleghi, Allegrismo.

“Il calcio è semplice”. Questa è la frase ripetuta quasi allo sfinimento in ogni conferenza stampa pre o post partita che sia. La scuola di pensiero è quella di Giovanni Galeone, mentore di Max dai tempi di Pescara. Il calcio è semplice perchè non è scienza, non bisogna mandare delle Tesla nello spazio, a quello ci pensa Elon Musk. Non è scienza e non è nemmeno la PlayStation: giochi contro avversari che ti impediscono di fare quello che prepari per tutta la settimana. “Se c’è un muro davanti non puoi schiantarti ai 300 all’ora, c’è bisogno che il muro lo eviti“. Versatile e camaleontico, è Max che si adegua ai giocatori, non il contrario. Non gli parlate di numeri, schemi, 4-4-2 o alberi di natale che gli fate venire l’orticaria. Il calcio è semplice, molto semplice: si attacca, si difende e bisogna fare bene entrambe le cose.

Una dottrina che si sposa alla perfezione con lo stile Juve. Quel “vincere non è importante, è l’unica cosa che conta” riconosciuto a Boniperti e stampato anche su alcune magliette bianconere qualche anno fa. Motto che, però, dobbiamo riconoscere al coach Red Sanders di UCLA Bruins Football, il quale già negli anni ’50 ribadiva il concetto “winning isn’t everything, it’s the only thing”. La ricerca del risultato finale, indipendentemente dal quale esso sia, e non dello spettacolo.

Risultati immagini per vincere non è tutto è l'unica cosa che conta
Il motto Juve, stampato sulle maglie.
(CREDIT: AntonioCorsa.it)

Lo spettacolo lo trovi al circo:

A Max puoi parlare di spettacolo solamente nell’ambito dei gesti tecnici. Un esteta di questo gioco. Evviva l’estro, evviva la fantasia (EVVIVA IL RE! Cit.). Lo stesso estro e la stessa fantasia che vengono inibiti ai ragazzini dei settori giovanili. Tanti polli di allevamento all’interno di un calcio sempre più catena di montaggio. Per quello quando si parla di arbitri, numeri e schemi gli viene da sorridere. Perchè vogliamo spoetizzare il calcio, annichilire la creatività. Ci focalizziamo su cose futili senza esaltare la grande giocata del singolo.

Ecco, il singolo. Il singolo e il collettivo. Il collettivo che esalta il singolo e viceversa. Massimiliano Allegri come uno dei migliori gestori di campioni. I giocatori non sono tutti uguali, Messi e Ronaldo non possono essere uguali agli altri. Sarà la grande passione per i cavalli, anche i giocatori vanno lasciati correre e liberi di inventare. Il tutto, ovviamente, all’interno di un sistema equilibrato. E’ il gesto tecnico del singolo che ti risolve la partita, è il gesto tecnico di più singoli che ti porta al tanto osannato “BEL GIOCO” e quando hai Cancelo, Pjanic, Dybala e Ronaldo in squadra tutto questo viene di conseguenza. Quei “ragazzi” che prendono i complimenti davanti alle telecamere alla fine di ogni partita vinta. Perchè il merito è dei ragazzi, non è il suo. Non facciamo i ruffiani: in campo, per 95′, ci vanno loro e loro decidono le partite. Max è “solamente” il burattinaio che tira – molto bene – i fili da dietro le quinte.

La semplicità dei gesti tecnici:

Chiariamo una cosa: il gesto tecnico non è un colpo di suola di Pogba, per quello Paul veniva ripetutamente ripreso da Allegri. Il gesto tecnico è uno stop orientato fatto bene, è un passaggio di 10 metri eseguito sui piedi e con i tempi giusti per il tuo compagno. Cose semplici, insomma. Vuoi le coincidenze, in vista Ajax, un altro che esaltava la semplicità del Gioco era Johann Cruijffdue personaggi con la quale una chiacchiera al bar l’avrei fatta volentieri – “Giocare a calcio è semplice, ma giocare un calcio semplice è la cosa più difficile che ci sia“, così diceva una delle più grandi menti mai viste su un rettangolo verde.

Massimiliano Allegri, predicatore di calma. Quel “calma! Muovila, facciamola girare” che risuona dai microfoni installati a bordo campo, quasi in ogni partita. Un Allegri che, anche per questo, tanto piace in Inghilterra, la patria dell’aplomb (non sarà una sfuriata, con tanto di strappo alla giacca, a cambiare la visione complessiva). Un Allegri mai scontato, nemmeno in conferenza stampa. L’emblema dell’essere positivi, del crederci Fino-alla-Fine:prima di un ritorno di un ottavo di Champions (sotto 2-0), così come alla vigilia di una partita di campionato con il Genoa (con 15 punti di vantaggio sulla seconda). Questione di bottigliette d’acqua da riempire e di bicchieri mezzi pieni e mezzi vuoti. Questione di punti di vista, di vedere il sole della amata Livorno anche nei giorni torinesi più uggiosi. La negatività porta solamente altra negatività. Siate positivi, sorridete. In fin dei conti, con calma, si parla solo di Calcio, la cosa più semplice del mondo.