Amazon, in Italia il primo sciopero al mondo per tutta la filiera

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Di Redazione Metropolitan

Oggi, lunedì 22 marzo è sciopero mondiale, è il giorno della verità per i 9mila lavoratori di Amazon Italia e per i 31 mila della filiera legata al colosso statunitense del commercio on line.

Primo sciopero in Italia per il colosso dell’e-commerce. Oggi è il giorno dello stop di Amazon, una tappa storica nelle relazioni sindacali con il colosso di Seattle. Il fermo riguarda un esercito di 9.500 addetti al magazzino e 15 mila driver. Lo sciopero è stato proclamato da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, mentre da più parti arriva l’appello: “Rispettate lo sciopero, non comprate per 24 ore”. Le richieste sul tavolo sono numerose: verifica dei carichi di lavoro, contrattazione dei turni, corretto inquadramento professionale del personale, riduzione dell’orario di lavoro dei driver, buoni pasto, stabilizzazione dei tempi determinati e dei lavoratori interinali, continuità occupazionale e stop a turnover esasperato. Dal canto suo, il gigante di Jeff Bezos ribatte punto su punto: “Mettiamo al primo posto i dipendenti, offriamo loro un ambiente di lavoro sicuro, moderno e inclusivo, con salari competitivi, benefit e ottime opportunità di crescita professionale”.

I sindacati hanno indetto lo sciopero che, primo al mondo, coinvolge tutto il personale della filiera del gruppo quindi non solo gli addetti dei magazzini ma anche i driver che si occupano delle consegne, recapitando circa un milione di pacchi al giorno. Le organizzazioni dei lavoratori chiedono all’azienda una verifica dei carichi e dei ritmi di lavoro imposti nella filiera, il corretto inquadramento professionale del personale, riduzione dell’orario di lavoro dei driver all’indennità Covid per operatività in costanza di pandemia. I sindacati lamentano anche l’indisponibilità del gruppo a sedersi al tavolo delle discussioni.

“Da sempre, rispettiamo il diritto dei nostri dipendenti a formare o aderire a un sindacato senza timore di ritorsione, intimidazione o persecuzione. In Amazon crediamo fortemente nel valore del confronto con i nostri dipendenti. Il loro coinvolgimento diretto è una parte integrante della nostra cultura aziendale e funziona, infatti, offriamo già una salari competitivi, benefit e ottime opportunità di crescita professionale, il tutto all’interno di un ambiente di lavoro sicuro e moderno. In merito al confronto con i sindacati, si sono svolti due incontri a livelli nazionale nel mese di gennaio e nei siti dove sono presenti le rappresentanze sindacali abbiamo un rapporto di dialogo costante”, replica l’azienda in una nota.

Lo sciopero riguarda tutto il personale dipendente di Amazon Logistica Italia cui è applicato il contratto nazionale Logistica, Trasporto Merci e Spedizione, Amazon Transport Italia e di tutte le società di fornitura di servizi di logistica, movimentazione e distribuzione delle merci che operano per Amazon Logistica ed Amazon Transport.

La mobilitazione si inserisce nella questione, che non riguarda solo Amazon, del mancato rinnovo del contratto della logistica. Le trattative sono saltate dopo l’indisponibilità dei datori di lavoro a concedere qualsiasi gratifica di natura economica. Anzi, le aziende si sono sedute al tavolo con richieste che vanno dalla riduzione dei diritti sindacali all’aumento del ricorso al lavoro precario oltre alla revisione della clausola sociale – garanzia essenziale nei cambi appalto – e persino la riduzione della malattia.