
Con la pandemia, lockdown e l’aggravarsi della salute mentale collettiva, l’ambient music, è stata una delicata risposta sonora al trambusto sempre più opprimente della contemporaneità. Aria respirabile nella claustrofobia quotidiana. Negli ultimi tre anni la musica ambient ha vissuto un periodo particolarmente florido. Con la frenetica vita quotidiana quasi imposta dalla società, l’ambient music diventa un luogo delicato, spazioso, arioso in cui rifugiarsi. L’importanza di staccare la spina, coincide con una meditazione istantanea a portata di cuffie. L’ambient music è così, un connubio perfetto di dimensioni di pace e d’estensione.
L’ambient va sempre più collocandosi nel campo della musica elettronica sperimentale. Ovvio collegamento al ritrovato ruolo della donna all’interno dell’industria musicale. Ad oggi c’è un sano tentativo in atto, di stabilire un tanto atteso equilibrio a-gender all’interno della musica elettronica. Tra resistenza imperitura e lotta femminista. Entrambe sfociate in differenti e fondamentali pubblicazioni. Si va dall’illuminante documentario “Sisters with Transistors: le pioniere della musica elettronica” e saggi come “L’elettronica è donna“, curato da Claudia Attimonelli e Caterina Tomeo, a “A Short History of Electronic Music and Its Women Protagonists” di Johann Merrich.
Ambient music: omaggio a dieci artiste che meritano ascolto

Un elenco con una dichiarata differenziazione di genere. Troppo? No. Per troppo tempo le compositrici sono state escluse dalla conversazione e, ancora oggi, nonostante i passi che si stanno facendo, il concetto di gender equality nella musica e nei media è ancora lontano da una completa attuazione. Questo elenco quindi non è solo un omaggio a dieci artiste che meritano ascolto, ma anche un modo di ridare un piccolo spazio a chi non l’ha potuto ottenere in passato e a chi, oggi, se lo merita profondamente.
Delia Derbyshire, Daphne Oram, Sarah Davachi, Kara-Lis Coverdale, Mary Lattimore, Julianna Barwick, Grouper, Alice Coltrane, Christina Vantzou, Felicia Atkinson, Emily A. Sprague, Maria Monti, Andrée Burelli, Miyako Koda, Grand River, Kali Malone, Malibu, Virginia Astley, sono altre tra le donne che oltre le dieci compositrici presentate, meritano certo una citazione.
I nomi delle dieci compositrici dell’ambient music
Eliane Radigue
Pubblica i primi lavori negli anni ’60. Sperimentava sul rumore e sulle potenzialità del feedback, per poi spostarsi sulla sonorizzazione di installazioni e opere visive. La sua carriera è stata segnata da un sintetizzatore che diventa lo strumento maestro nelle opere della compositrice. Oggi ha 90 anni, e si sta dedicando a un progetto di collaborazione seriale Occam Ocean.
Pauline Oliveros
In tutta la sua carriera ha sperimentato nuovi metodi di concentrazione e attenzione al suono. Ha teorizzato pratiche radicali d’ascolto come il deep listening e la sonic awareness, ovvero l’ascolto profondo e la consapevolezza sonora. Ha fondato nei primi anni 60 il San Francisco Tape Music Center.
Suzanne Ciani
Ambient futuristico, è stata una delle pioniere di questi universi sonori: Buchla Concerts 1975 è un documento storico. La più antica registrazione Buchla conosciuta.
Laurie Spiegel
Compositrice, video artista e programmatrice. Ha lavorato con i principali sviluppatori di sintetizzatori modulari come Buchla e la Electronic Music Laboratories. Il suo capolavoro sonoro è The Expanding Universe, pubblicato nel 1980. Minimalismo, elettronica sperimentale e ambientazioni elettriche parlano di futuro con largo anticipo.
Daniela Casa
Un percorso popolare classico intrapreso negli anni ’60, e poi un drastico cambiamento di pensiero negli anni ’70. Daniela inizia a lavorare con radio, film e tv sperimentando con la musica elettronica, sperimentale e psichedelica. I suoi dischi: Arte moderna (1975) e Società malata (1976).
Midori Takada
Una delle pioniere della musica ambient e del minimalismo, al pari di Steve Reich e Terry Riley. Percussionista e compositrice. I suoi studi mischiano la tradizione giapponese alla musica occidentale, e il percussionismo africano al gamelan indonesiano.
Okkyung Lee
Violoncellista e compositrice coreana. Dodici dischi, tra cui l’acclamato Yeo-Neun, uscito nell’anno pandemico . Un incontro tra ambient e neo-classica.
Caterina Barbieri
Una ricerca sonora che, in cinque anni, ha portato l’artista alla pubblicazione di tre album. Patterns of Consciousness (2017), Ecstatic Computation (2019) e Spirit Exit(2022),
Kaitlyn Aurelia Smith
La sua musica mescola il suo background colto a momenti più volutamente pop, con richiami che muovono i suoi brani in un puzzle compositivo in cui l’ascoltatore ha la possibilità di sprofondare gioiosamente.
Ana Roxanne
Una delle poche cose belle fiorite durante la pandemia. Ha pubblicato un EP nel 2019. Esordio convincente, in cui convoglia la sua passione per la slowness, la lentezza (quasi metafisica). Il suo primo e affascinante album è: Because of a Flower. Un disco molto intimo in cui si apre il tema della sua intersessualità, richiamata nel simbolo dei fiori.
Mariapaola Trombetta
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