L’amico ritrovato, F.Uhlman: quando l’amicizia è più potente della guerra

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Di Stella Grillo

L’amico ritrovato, un classico della letteratura per ragazzi da sfogliare e rispolverare nel tempo: per questo nuovo appuntamento della rubrica Letteratura per l’infanzia, un libro che descrive come, la lealtà e l’amicizia, possano distruggere ogni tipo di barriera politica, sociale e religiosa.

L’amico ritrovato, quando i sentimenti puri non hanno barriere discriminanti

Romanzo di Fred Uhlman pubblicato nel 1971; un’opera breve ma scandita da colpi di scena, sentimenti puri e lealtà. Il libro racconta l’amicizia tra due ragazzi di sedici anni: Hans Schwarz ebreo, e il coetaneo tedesco Konradin von Hohenfels. Tutta la narrazione è ispirata realmente alla biografia dell’autore. Ambientato nella Germania nazista, la promulgazione delle leggi razziali mette a dura prova l’amicizia fra i due ragazzi. E’ il 1932 quando, Hans Schwarz, un ragazzino ebreo appartenente a una famiglia borghese incontra Konradin von Hohenfels, sedicenne appartenente ad una nobile famiglia tedesca.

L'amico ritrovato - Photo Credits: web
L’amico ritrovato – Photo Credits: web

Elegante nelle movenze e nel portamento, mantiene un atteggiamento sostenuto e non lega con nessuno. Hans si sente attratto da Konradin, dal suo modo di porsi così diverso dal resto dei ragazzi della classe. Tuttavia, riesce a catturare la sua attenzione. I due inizieranno a frequentarsi assiduamente: il legame instaurato diventerà ogni giorno più forte e saldo; i ragazzi si riscoprono conversando di argomenti leggeri, ma anche di temi importanti come la morte o l’esistenza di Dio. Nello scorrere delle pagine si percepisce un’atmosfera antica e quieta; le dettagliate e minuziose descrizioni paesaggistiche ed emotive dei ragazzi, rendono il tutto più realistico.

L’ideologia antisemita

L’unico punto lacunoso su cui Hans si interroga, sono i genitori dell’amico: Konradin invita sempre Hans quando i genitori non sono presenti. Una sera ad una rappresentazione teatrale, finge addirittura di non conoscerlo. Lo scrittore descrive alla perfezione i tumulti interiori di Hans, personaggio sensibile ed eclettico; si percepisce il senso di inferiorità e l’intensa tristezza che si ritrova a provare nei confronti dell’amico. Si fa coraggio e chiede il perché di questo atteggiamento: Konradin spiega al ragazzo che la famiglia ha idee antisemite e non vogliono che il figlio frequenti ebrei.

”La politica riguardava gli adulti; noi avevamo già i nostri problemi. E quello che ci pareva più urgente era imparare a fare il miglior uso possibile della vita, oltre, naturalmente, a cercare di scoprire quale scopo avesse, se l’aveva, e a chiederci quale potesse essere la condizione umana in questo cosmo spaventoso e incommensurabile. Questi sì che erano veri dilemmi, quesiti di valore eterno, assai più importanti per noi dell’esistenza di due personaggi ridicoli ed effimeri come Hitler e Mussolini.“

Con l’avvento al potere di A.Hitler la situazione diventa catastrofica: l’ostilità impera a scuola verso gli ebrei, sia da parte dei compagni che dei professori; le teorizzazioni sulla superiorità della razza ariana sono innumerevoli. I rapporti fra i due amici si sgretolano. I genitori di Hans lo mandano in America: il ragazzo abbandonerà la scuola con il cuore gonfio di tristezza. In seguito, poco prima della partenza, Konradin scrive un lettera nella quale attesta il suo sostegno verso Hitler: dichiarerà che il Reich fosse stato inviato da Dio per risollevare le sorti della Germania.

L’amico ritrovato, un finale inaspettato: il trionfo dell’amicizia come valore

Hans studierà Legge negli Stati Uniti, rifiutando per molto tempo di ricordare quel periodo intriso di dolcezza e malinconia, che lo vide protagonista sedicenne dall’altra parte dell’oceano. Anni dopo, riceverà un opuscolo del suo vecchio liceo; in quest’ultimo compare una richiesta di contributi per la costruzione di un memoriale agli studenti caduti in guerra. Hans non ha subito il coraggio di scoprire cosa è accaduto al caro amico di un tempo: in seguito, poco prima di ridurre a brandelli l’elenco, lo apre alla lettera “H”. Qui legge che Konradin von Hohenfels è stato giustiziato perché implicato nel tentativo di un uccidere Hitler.

L’amico ritrovato: quando il legame è più forte degli eventi storici

Un romanzo appartenente ad un filone narrativo che, attualmente, è poco noto alle giovani generazioni. I temi affrontati possono apparire desueti, poiché incastonati in contesti sociali ormai lontani dal mondo moderno; tuttavia, è utile rimarcare la potenza di alcuni valori che, oggi come ieri, sono fondamentali soprattutto durante un periodo delicato come l’adolescenza: fase della vita in cui si costruiscono ideologie, valori, credenze. L’opera riprende, per l’appunto, l’amicizia adolescenziale: un legame che sfida il destino e resiste al di là delle intemperie emozionali che si abbattono sui protagonisti. Non esiste differenza sociale, discriminazione razziale, etnica, religiosa, economica.

Lettera di Konradin ad Hans prima della partenza di quest'ultimo verso l'America - Photo Credits: centriniedeliri.com
Lettera di Konradin ad Hans prima della partenza di quest’ultimo verso l’America – Photo Credits: centriniedeliri.com

Un affetto che ha la temerarietà di compiere scelte ardue durante le tenebre che il nazismo portò al suo seguito. Una narrazione sviluppata in prima persona che ha il suo fulcro sugli eventi drammatici del protagonista. La scelta non è casuale, in quanto favorisce al lettore l’immedesimarsi nella psiche dei personaggi, seguire l’evoluzione della vicenda e rimanere meravigliati dal colpo di scena inaspettato che ricongiunge, a distanza di tempo, due anime affini legate dalla purezza e la reciprocità di un sentimento.

Analisi dei personaggi

Un’amicizia che nasce, si crepa al suo interno con tutte le tristezze del caso e che, a distanza di tempo, si ricompone. Questo sentimento appare più forte di qualsiasi vicenda storica, addirittura più duraturo del trascorrere del tempo. Un inno anche al non arrestarsi di fronte alla diversità di ideologie, etnie o che dir si voglia: i ragazzi, infatti, sono molto diversi. Hans è un borghese timido e sensibile, con un perenne moto interiore fatto di pensieri impetuosi, affascinato dalla diversità altera di Konradin; complesso, fiero, solitario e tuttavia, avido di affetto. La scelta di Konradin ferisce Hans: ma è la scoperta finale che fa evincere quanto il legame fra i due fosse autentico e scevro da orpelli: Konradin si rende conto dell’errore commesso. Non esita quindi a rimediare al suo sbaglio, sacrificando la sua vita in un atto eroico, contribuendo a far cessare il regime nazista.

Una storia di omosessualità latente?

Può un racconto conglobare in esso tante tematiche? La bravura di F.Uhlman, fu proprio la maestria con cui riuscì a parlare di argomenti fondamentali partendo dal tema principale su cui si snoda tutta la storia: la follia nazista ed il conseguente conflitto mondiale. L’amicizia fra i due ragazzi che sfida il tempo ed il destino; il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, che pervade le pagine di struggente nostalgia. Ma, questi, sono i contenuti manifesti. Tuttavia, l’autore, sottilmente,conduce un gioco contenutistico e lessicale che potrebbe far presagire una sorta di rapporto omosessuale latente fra i due: a maggior riprova di quanto, un libro breve, possa affrontare temi importanti ed avanti anni luce, contestualizzando storicamente il testo. Non si parla mai di sentimento fra i due, il pensiero aleggia si fa spazio silenziosamente nel testo: la relazione appare indirettamente ovvia nel caso dei due giovani. Lo scrittore descrive quanto Hans fosse attratto dal nobile Konradin: parla appunto di ”attrazione’‘ per spiegare il suo interesse verso il nobile rampollo tedesco. In più, i continui arrovellamenti e quesiti che Hans si poneva chiedendosi cosa dovesse fare per conquistarlo, non lasciano spazio a dubbi.