I fagioli ‘alla Trinità‘. Da allora si chiamano così. Quando una scena del western all’italiana del 1970, si scolpì nella mente. Terence Hill mangia con gusto un intero tegame di fagioli, in umido, ad occhio piccanti, in pochissimi minuti. E si racconta che sia stata girata in una sola volta, tenendo l’attore a digiuno da 24 ore. ‘Lo chiamavano Trinità’, prima e dopo la mangiata vorace di quella padella. E il pasto di un cowboy rimase per sempre, grazie a quel film, una scatola di fagioli. Ma Bud Spencer e Terence Hill tornano, diretti dallo stesso Enzo Barboni (in arte E.B. Clucher), in “Anche gli angeli mangiano fagioli” stasera in tv. Le lunghe cavalcate su far west polverosi, a cui eravamo abituati, saranno quelle di gangster a briglia sciolta, nell’America anni ’30. Dal vento che solleva la sabbia, si passa agli uragani. Ma chi è cresciuto a pane e western, amerà a pari modo, i due ‘killer’ metropolitani.

Il duetto campione d’incassi al botteghino negli anni ’70, Bud Spencer e Terence Hill, viene stravolto. Rimpiazzato in un innesto con Giuliano Gemma. Che tutto farà per assomigliare al biondo collega. La spalla comica al possente “Settebello” della Nazionale di pallanuoto, peccato che Gemma sia doppiato. Ma l’aria che si respirava nei vecchi western, rendeva i personaggi di un fascino ineguagliabile. Ora sono il lottatore di wrestling Charlie Smith (Bud Spencer), e Sonny (Giuliano Gemma), gelataio a New York e dipendente di un maestro di Karate, con il suo colpo segreto “il fiore dai due petali”. Aiutanti arrabbiati con le facce da buoni, i tuttofare del gangster Angelo detto “Sorriso” (Robert Middleton). Impegnati in omicidi e altre efferatezze della malavita, combattono tra gesti epilettici, girandole di pugni, accompagnate da sonore scazzottate montate in audio. Perché ‘sta mano po esse fero e po esse piuma‘, diceva Mario Brega in un altro film. Lui farà solo una fugace apparizione nella parte di un tipo che consegna dell’artiglieria pesante a Bud e Giuliano.

Mani pesanti, fagioli alati..

Non c’è violenza ideologica: anche le risse più spietate sono teatrali. È la forza dei buoni, che ha la supremazia, che vince. “Hai il cuore di burro amico, non sei adatto per questo mestiere“. Si parte da criminali con metodi poco ortodossi, e una mano non proprio ‘fatata’. Si finisce a eroi popolari. La formula si ripete, il gigante forzuto dal cuore tenero, e il suo fraterno braccio destro, magro come un giunco e possente come Ercole. Fin dalle rappresentazioni del teatro dei pupi, alle gesta eroiche dei romanzi cavallereschi, botte e lame infliggevano ferite. Non una goccia di sangue, sparsa in nessuna scena, tanto da divenire un filmetto da parrocchia. Quando in un giro di sedie di legno, s’improvvisavano i cinema dei ragazzi. Due Santi, quasi, Carlo Pedersoli e Giuliano Gemma. Quando verrà affidato loro l’incarico di riscuotere le tangenti ai commercianti di ‘Little Italy’, la loro condizione di miseria, li commuoverà fino a redimerli.

“Un giorno ti racconterò la mia storia, c’è da rabbrividire”, dice Sonny. Uomo di classe e saggezza, che dopo aver ordinato “il solito” al night, commenta: “Com’è buona l’acqua quando si ha sete”.Io non voglio passare il resto della mia vita a disegnare Santi su i marciapiedi“, Charlie ha le idee chiare. Sul ring si fa chiamare “Uomo del mistero“, e sarà meglio non farlo arrabbiare: “Tieni le mani a posto se non vuoi andare in giro con una manica vuota appuntata sulla spalla“. Parte indispensabile del film stasera in tv, “Anche gli angeli mangiano fagioli“, sono il maestro giapponese di Karate, il Grande ‘Naka-kata‘, e Salvatore Baccaro gangster-assaggiatore del boss Robert Middleton. Poi arriva la canzone “Angels and beans” dei grandi Oliver Onions.

La strana coppia di angeli

Le espressioni da finto duro di Giuliano Gemma, erano più credibili e azzeccate nelle atmosfere dei saloon western. Dove un cappello nero e una pistola puntata indurivano il suo sguardo penetrante. Balla il Tango, nel film stasera in tv “Anche gli angeli mangiano fagioli“: gardenia all’occhiello, invita la dama con un cenno del capo. Ruba la scena anche ad un tanghero di professione, con la guancia poggiata su quella di lei, e l’orchestra sullo sfondo a incalzare le note. Le scenografie apprezzabili, sono state ambientate negli Stati Uniti e negli studi di Cinecittà a Roma. C’è una piccola ‘comparsata’ di un giovanissimo ALVARO VITALI, nel ruolo di un sarto, solo pochi secondi di scena. Sul finale, all’ordine di ‘Sorriso‘ di affogare due uomini, Gemma risponde: “Ma io non so nuotare..” e Bud, replica: “Nemmeno io”. Una affermazione impossibile, che non passa inosservata, se si pensa al campione di nuoto che fu, partecipando anche alle olimpiadi con la nazionale italiana. Dagli “Spaghetti Western” ai fagioli. Sfatando la profezia del regista che pensava di non avere successo negli incassi. Bud Spencer si mette in fila e prende dall’esercito della salvezza, un piatto di fagioli e tre fette di pane. Poco dopo comincerà a mangiare. Come saranno mai questi fagioli? Dall’America al paradiso, “anche gli angeli capita si sporcano..” e, ora sappiamo, mangiano fagioli..

Federica De Candia per MMI e Metropolitan Cinema. Seguici !