Anna Marchesini, chi era l’ex marito Paki Valente e la battaglia legale per la figlia

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Di Redazione Metropolitan

Paki Valente, ex marito dell’indimenticabile Anna Marchesinida tempo combatte una battaglia legale che coinvolge Virginia, la figlia oggi 25enne avuta dall’attrice scomparsa il 30 luglio 2016.

Paki Valente è convolato a nozze con Anna Marchesini il 19 settembre del 1991 a Parigi con una cerimonia che si svolse alla presenza di pochi intimi e in gran segreto. La coppia ha dato alla luce nel 1993 una figlia chiamata sembra però che l’attore, da quando si sia separato dalla Marchesini non abbia più visto sua figlia e questa vicenda è stata più volte al centro dle gossip nostrano. Valente è stato ospite anche nello studio di Domenica Live e proprio ai microfoni della padrona di casa, Barbara D’Urso ha raccontato gli anni difficili caratterizzati dalla separazione con Anna Marchesini e dove ha dichiarato che proprio quest’ultima gli avrebbe impedito di vedere Virginia da quando la figlia aveva soltanto 12 anni.

Paki Valente e la battaglia legale per la figlia

Con una lettera inviata a Dagospia, Valente ha voluto raccontare gli sviluppi della vicenda che, stando al suo racconto, ha in atto un procedimento per adottare la figlia Virginia.

“Il tribunale tutelare di Roma su mia esplicita richiesta pochi mesi fa, ha stabilito che mia figlia avesse un Amministratore di Sostegno Permanente che si occupi di proteggere la sua eredità. Ho richiesto un amministratore allo stato al solo scopo di proteggere l’eredità di mia figlia da terzi; parenti inclusi”, ha esordito Paki Valente nella missiva pubblicata da Dagospia.

“Scopro solo ora – aggiunge l’uomo – grazie al mio avvocato del foro di Roma Avv. Maria Cristiana Gambarota, che ci sarebbe in atto un procedimento a Perugia per adottare mia figlia Virginia. La legge ha il dovere di ascoltare i genitori, eppure sembra ci siano state alcune udienze senza di me, suo padre”.

Valente si dice ancora sorpreso del fatto che, pur essendo un uomo pubblico e facilmente rintracciabile, nessuno lo abbia trovato e, ancora, attonito “sul come sia facile in una società di diritto come la nostra, spostare e o trasformare un provvedimento già in essere del Tribunale Tutelare di Roma ad un altro procedimento al Tribunale di Perugia senza che l’unico genitore rimasto in vita di Virginia; ne sapesse nulla”.

Infine, la conclusione: “Se non fosse stato per il mio avvocato, io non avrei saputo nulla e non potrei oppormi; e mi sarei ritrovato la mia unica figlia adottata da parenti di terzo grado. Le domande che mi pongo sono: ma se mia figlia non avesse ereditato un ingente patrimonio; costoro si sarebbero dati da fare allo stesso modo? E l’amministratore di sostegno permanente dello stato che ha il dovere di proteggere mia figlia: dove era?”.