In una recente intervista con Vanity Fair, l’attrice ha dato il merito al regista inglese Christoper Nolan per averla salvata dopo aver perso tanti ruoli per colpa di cosa era diventata la sua identità online. Anne Hathaway, dopo aver vinto l’Oscar per I Miserabili e aver co-condotto i premi, ha ricevuto tante porte chiuse che hanno influenzato in negativo la sua carriera. “Molte persone non mi davano ruoli perché erano preoccupate di quanto la mia identità fosse diventata tossica online“, ha detto Hathaway. “Ho trovato un angelo in Christopher Nolan, a cui non importava niente e mi ha dato uno dei ruoli più belli che ho avuto in uno dei migliori film di cui ho preso parte.”
Anne Hathaway: l’attrice racconta di come Nolan l’abbia salvata
Anne Hathaway si riferisce al film Interstellar di Nolan del 2014, dove interpretava la scienziata e astronauta della NASA, la dottoressa Amelia Brand. L’attrice aveva già lavorato con il regista in Il cavaliere oscuro – Il ritorno del 2012, dove ha interpretato il ruolo di Selina Kyle, Catwoman. “Non so se sapesse che mi stava sostenendo in quel momento, ma ha avuto quell’effetto“, ha detto Hathaway riguardo al regista. “E la mia carriera non ha perso slancio come avrebbe potuto se non mi avesse sostenuto.”
“L’umiliazione è una cosa davvero dura da affrontare“, ha continuato Hathaway. “La chiave è non lasciare che ti chiuda. Devi essere coraggioso, e può essere difficile perché dici: “Se sto al sicuro, se resto in disparte, se non attiro troppa attenzione su di me, non farà male”. Ma se vuoi questo, non fare l’attore. Sei un funambolo. Sei un temerario. Stai chiedendo alle persone di investire il loro tempo, i loro soldi, la loro attenzione e le loro cure su di te. Quindi devi dare loro qualcosa che valga tutte queste cose. E se non ti costa nulla, cosa offri veramente?“
Anne Hathaway ha poi continuato a recitare in film come Lo stagista inaspettato (2015), Alice attraverso lo specchio (2016), Ocean’s 8 (2018) e Attenti a quelle due (2019), tra i molti altri.
Alessandro Libianchi
Fonte: Vanity Fair
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