Le opere artistiche di Antonio Fontanesi, pittore italiano dell’800, sono da considerarsi perfette da ammirare in questo periodo autunnale. Un’arte che si presenta come un mix di malinconia e poesia trasmesse dai paesaggi che l’artista ama ritrarre. Paesaggi sempre ricorrenti nelle sue opere e che ritraggono una natura spoglia, lenta e fredda.

Antonio Fontanesi e la sua arte

Novembre - Photo Credits Antonio Fontanesi

Antonio Fontanesi è un pittore emiliano dell’800′. Addirittura molti critici lo definiscono come una delle figure più rilevanti dell’arte ottocentesca italiana. Nato a Reggio Emilia nel 1818 e morto a Torino nel 1882, Fontanesi nel corso della sua vita ha incrociato diverse correnti artistiche ma solo una lo forgiò e lo rapì totalmente.

Dopo i primi anni di carriera passati lontano dai riflettori e dalla critica, Fontanesi riuscì ad avere il suo riscatto. Le sue opere cominciarono ad avere il successo che meritavano. Questa svolta fu incentivata dalla sua permanenza a Parigi che gli permise di venire a contatto con la Scuola di Barbizon. Questo gruppo di artisti, conosciuto per il suo paesaggismo e realismo, influenzò anche Fontanesi. E’ qui, infatti, che il nostro artista comincia a prendere spunto dal vero per poi lavorare su un motivo lirico che diviene proiezione psicologica. Non a caso dalle sue opere viene fuori una certa risonanza tra la bellezza del paesaggio ritratto e lo stato d’animo che l’artista intende trasmettere.

Le opere d’arte più malinconiche e autunnali

Tra le tante opere artistiche realizzate da Antonio Fontanesi, non possiamo non citare quelle che si sposano a pennello con questo periodo autunnale. Foglie che cadono, alberi spogli, nuvole grigie e mancanza di luce calda: sono queste le cose che notiamo in questi giorni al di là delle nostre finestre. Ma sono anche le caratteristiche tipiche dei paesaggi di Fontanesi.

Un esempio lampante di questa sua rappresentazione malinconica e autunnale della natura lo ritroviamo nel quadro Novembre. Quest’opera, composta a Ginevra nel 1864, venne acquistata dal re Vittorio Emanuele II per poterla esporre nelle sale reali. Oggi è custodita nella Galleria d’Arte Moderna a Torino. Questo olio su tela ritrae un uomo (non riconoscibile) seduto in un atmosfera paesaggistica molto particolare. L’uomo, perso nei suoi pesanti pensieri, è immerso in una natura che riflette le sue preoccupazioni e debolezze. Una natura fatta di fragilità e freddezza.

Un’altra opera sulla scia di quella appena descritta è Il sentiero nel castagneto. Realizzata tra il 1850 e il 1855, anch’essa ritraente una natura povera, malinconica, scoraggiata e avvilita.

Giulia Celeste

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