Dopo l’ok della Camera, anche il Senato dà il via libera definitivo alla Legge di Bilancio varata dal governo Meloni. L’approvazione, con fiducia, è arrivata con 107 voti a favore.

Soddisfatta la maggioranza per essere riuscita a far passare il testo in extremis, prima del termine del 31 dicembre, scongiurando l’esercizio provvisorio, mentre dall’opposizione piovono critiche. 

“Missione compiuta”, è il primo commento del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.

“Sono soddisfatto di questa prima manovra economica. La considero una missione compiuta. Scritta in tempi record e in una situazione di contesto eccezionale non positivo, il bilancio che abbiamo presentato rispetta gli impegni presi con gli elettori e ha maturato prima la fiducia dei mercati e delle istituzioni europee e ora ancora piu importante, quella del Parlamento. Prudenza, coerenza e responsabilità costruiscono fiducia. Avanti così”, ha dichiarato il ministro.

“Ringrazio tutte le persone che mi hanno supportato – prosegue Giorgetti – in questo breve e intenso percorso: credo che gli effetti di questa manovra si vedranno nel tempo. È un testo coraggioso con uno sguardo al futuro e alla costruzione di un nuovo assetto sociale che privilegia e tutela i figli e le nuove generazioni senza trascurare la stabilità dei conti pubblici”. 

In precedenza il Senato aveva approvato la fiducia sull’articolo 1 della Manovra con 109 sì. I no erano stati 76. Si era contato un astenuto (la senatrice a vita Elena Cattaneo). Alla seconda chiama era risultato assente il senatore a vita Mario Monti. 

Quanto ai contenuti del provvedimento, ecco cosa prevede la Legge di Bilancio:

ENERGIA – Fondi a sostegno di famiglie e imprese coperti grazie allo scostamento di bilancio per 21 miliardi. Taglio degli oneri impropri delle bollette per tutti e bonus sociale rafforzato (il tetto Isee passa da 12 a 15mila euro) per le fasce più povere.

TAGLIO DEL CUNEO – Confermato l’esonero contributivo del 2% per redditi fino a 35mila euro. Il taglio sale al 3% per redditi più bassi: i 20mila euro fissati nella manovra uscita dal cdm salgono a 25mila euro. Tassati al 5% i premi di produttività fino a 3mila euro.

FLAT TAX – Per autonomi e partite Iva la tassa piatta è estesa ai redditi fino a 85mila euro e arriva una flat tax incrementale al 15% con una franchigia del 5% e un tetto massimo di 40mila euro.

TREGUA FISCALE – Sono dieci le diverse modalità di regolarizzazione previste dalla manovra per la cosiddetta tregua fiscale, dallo stralcio delle cartelle fino a mille euro alla definizione agevolata sui controlli automatizzati delle dichiarazioni al ravvedimento speciale delle violazioni tributarie.

MULTE – Ai Comuni è concesso di non applicare lo stralcio delle cartelle e delle multe.

SALVA-SPORT – Le federazioni sportive nazionali, enti di promozione sportiva, associazioni, società professionistiche e dilettantistiche potranno pagare in 60 rate, con la maggiorazione del 3%, i versamenti sospesi.

POS E CONTANTI – Salta il tetto di 60 euro entro il quale i commercianti avrebbero potuto rifiutare pagamenti con le carte senza sanzioni. Per mitigare i costi delle commissioni a carico gli esercenti più piccoli viene istituito un tavolo permanente e, in caso di mancata soluzione, scatta un “contributo straordinario”. Dal primo gennaio il tetto al contante sale a 5mila euro.

CARTA GIOVANI – La spinta ai consumi culturali per i neomaggiorenni resta, ma per chi compirà 18 anni nel 2023 cambia faccia rispetto al bonus renziano. L’App18 si sdoppia in due carte, cumulabili, che assegnano ai ragazzi 500 euro ciascuna: una per chi ha un Isee familiare fino a 35mila euro ed una per gli studenti che si diplomano con il massimo dei voti. I nati nel 2004 usufruiranno del bonus nella versione originaria.

REDDITO DI CITTADINANZA – Per i lavoratori occupabili il reddito di cittadinanza sarà corrisposto nel 2023 per 7 mesi. Gli altri (nuclei con minori, anziani o disabili) continueranno a riceverlo fino a fine anno in attesa di una riforma complessiva. La maggioranza vuole far saltare il principio dell’offerta di lavoro congrua, ma dovrà ritoccare ancora la misura per garantire la stretta. Sale invece da 6mila a 8mila euro la detassazione per chi assume percettori di reddito. Per chi è in povertà assoluta viene istituito il reddito alimentare.

PENSIONI – Nel 2023 si potrà andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 di età (quota 103). Previsto un incentivo per chi resta al lavoro. Cambia Opzione donna, che sale a 60 anni (riducibili di un anno per ogni figlio e nel limite massimo di 2 anni), ma solo per tre categorie di lavoratrici svantaggiate. Le pensioni minime salgono a 600 euro per gli over 75.

INFLAZIONE E SOCIAL CARD – Iva ridotta al 5% per i prodotti per l’infanzia e per l’igiene intima femminile (tampon tax). Arriva la social card per redditi bassi fino a 15mila.

CONGEDO E ASSEGNO – Aumenta l’assegno familiare per i nuclei con quattro o più figli; il congedo parentale sarà all’80% per un mese aggiuntivo entro il sesto anno d’età, anche per i padri.

SMARTWORKING – Per i lavoratori fragili il lavoro agile, sia nel pubblico che nel privato, è prorogato fino al 31 marzo.

INFRASTRUTTURE E PONTE STRETTO – Arrivano fondi per diverse infrastrutture. E una spinta per il Ponte sullo Stretto, riattivando la società Stretto di Messina.

SALVA-CALABRIA – Alla Calabria vanno 440 milioni, spalmati su quattro anni, per prevenire e mitigare il rischio idrogeologico.

AUTONOMIA – Una cabina di regia a palazzo Chigi stabilirà in sei mesi i Lep (livelli essenziali delle prestazioni), primo step dell’autonomia differenziata. Dopo altri sei mesi vanno prodotti i conseguenti decreti ministeriali. Se i tempi non vengono rispettati arriva un commissario.