Argentina: Maradona contro il ct Scaloni

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Di Redazione Metropolitan

Maradona in settimana si è scagliato contro Scaloni, neo ct dell’Argentina, reo di aver fatto “male” le prime convocazioni del nuovo ciclo. Ha torto?

Si sa, Maradona non è certo un diplomatico, e la nazionale argentina – per el pibe de oro – non è certo un tema su cui si possa scherzare. Richiede serietà, rispetto e passione. Pochi giorni fa sono arrivate infatti le prime convocazioni da parte del neo CT albiceleste, Lionel Scaloni. El Diez, in conferenza stampa dopo la vittoria del Dorados (squadra messicana di cui è allenatore), non ha risparmiato iperboli e parossismi per descrivere l’operato malsano del CT.

La nazionale albiceleste

La nazionale argentina attraversa un momento assai complicato di questi tempi. Prima le tre finali perse (una al mondiale in Brasile e due in Copa America contro il Cile). Poi l’eliminazione in Russia, sotto i colpi di uno strabiliante Mbappé e della sua Francia poi laureatasi campione del mondo. Una malinconia montante ed endemica che ha fatto sì che molti dei senatori della selección facessero un passo di lato, ritirandosi dalla nazionale. Tra questi c’era anche lui, il più forte del mondo, quello che il pallone ama (e viceversa), Leo Messi.

Messi sconfortato nella terza finale consecutiva persa con la maglia dell’Argentina (Credits Photo: Mike Stobe/Getty Images)

E invece, il 10 del Barcellona (il più malinconico tra senatori albicelesti dopo le sconfitte), non è riuscito a restar lontano dalla nazionale. Dopo aver abbandonato, è già pronto a tornare. Ha deciso di provare di nuovo a sollevare un trofeo con la casacca argentina. Così Scaloni, diventato CT dopo le buone esperienze con le nazionali under e da vice di Sampaoli, lo ha chiamato e convinto. E di questo Maradona non ha potuto che essere felice: “Mi conforta vedere Messi, vedremo un buon futbol“. Ma, c’è tanto altro che a Maradona non è andato giù.

Il Kun della discordia

Non ha convocato el Kun!“, così Maradona ha fatto intuire il suo giudizio riguardo la scelta di Scaloni di non convocare Aguero. “O non ha la televisione, o è rimasto chiuso in un convento!” ha continuato l’ex idolo di Napoli riferendosi alla condotta del neo CT. Effettivamente il bomber del Manchester City sembra essere in ottima forma in questo periodo, in vetta alla Premier League con Guardiola: primo nella classifica marcatori con 18 gol e ben 6 assist per i suoi compagni. “Se me lo portaste qua, io lo allenerei giorno e notte” ha detto Maradona riferendosi alla bravura del suo ex genero. E poi ha continuato a rifilare stoccate a Scaloni: “Non è mai stato un buon giocatore, dava solo calci a tutti e niente di più. Ha mancato di rispetto al calcio non convocando Aguero. Io non lo farei dirigere neanche il traffico“, e figuriamoci la nazionale.

Il Kun Aguero (elogiato da Maradona) con la maglia della nazionale (fonte: dal web)

E adesso?

Scaloni ha fatto sapere che non ha problemi con Aguero, però a quanto pare, sembra che ci siano questioni extra calcistiche che abbiano portato a questa frattura, soprattutto alla luce della mancanza di Icardi e alla convocazione (oltre ad alcuni validi giovani) di figure importanti e anche datate al suo posto (Dario Benedetto, per fare un esempio). Insomma, in Argentina – dove la nazionale è un tema sempre caldissimo – circolano varie teorie riguardo questo tema. Numero uno: non c’è feeling tra Aguero e Messi. Cosa che lascia perplessi, sinceramente. Numero due: pare ci sia stata una furente litigata durante il mondiale tra il 9 del City e l’attuale CT (Scaloni era uno dei vice di Sampaoli). Anche questa fa storcere la bocca, con tutta onestà. Ciò che è più plausibile è che Scaloni e l’Afa (la federazione argentina) vogliano puntare sui ragazzi di talento e che hanno dalla loro la questione anagrafica, tra cui figurano bene Cholito Simeone e Lautaro Martinez, oltre che Icardi e Dybala. Certo, per Messi si possono fare delle eccezioni. Ma solo per lui, evidentemente…

Tutto sommato Scaloni vorrebbe creare una nuova generazione di calciatori. Vorrebbe puntare sui talenti che ha visto crescere coi suoi occhi. Nuove leve da forgiare col suo modo di pensare calcio (molto simile a quelle del suo predecessore e mentore Sampaoli). E questo è innegabilmente bello e costruttivo per il movimento calcistico argentino. Ma siamo proprio certi che le vecchie generazioni siano già da buttare? Secondo Maradona – ripeto il nome – Maradona, la risposta è no.