È stato catturato dopo quasi 72 ore di fuga Francisco Oropeza, il 38enne messicano accusato di aver ucciso venerdì sera in Texas con un Ar-15 cinque vicini dell’Honduras, tra cui un bimbo di otto anni, dopo che alcuni di loro gli avevano chiesto di non sparare nel giardino di casa per far dormire un neonato.
Lo riferiscono le forze dell’ordine.
Oropeza è stato arrestato nella città texana di Cut and Shoot, a meno di 50 chilometri dalla scena del crimine, ha detto il procuratore distrettuale della contea di San Jacinto, Todd Dillon. Oltre 250 agenti locali e federali stavano cercando il sospetto da diversi giorni, in questo Stato del sud degli Usa dove le armi da fuoco abbondano. Le autorità avevano offerto una taglia di 80.000 dollari per qualsiasi informazione che portasse alla posizione del “mostro”, come l’ha definito l’agente James Smith dell’Fbi.
Le cinque vittime, come aveva spiegato il governatore del Texas, Greg Abbott, erano “immigrati illegali” dell’Honduras e sono state uccise da un vicino di casa, anche lui “nel Paese illegalmente”, arrabbiato perché gli era stato chiesto di smettere di sparare nel suo giardino. Le polemiche per le affermazioni di Abbott hanno investito anche la polizia di Cleveland, dal momento che i familiari sopravvissuti alla strage – c’erano almeno 16 persone in casa quando Oropeza ha iniziato a sparare – hanno raccontato di aver chiamato il 911 almeno “cinque o sei volte” senza ricevere aiuto.
Francisco Oropeza è un cittadino di origine messicana. Secondo le autorità, era stato espulso verso il Messico almeno quattro volte dal 2009. Venerdì sera stava sparando con un fucile semiautomatico nel giardino della sua casa di Cleveland, quando uno dei vicini – tutti originari dell’Honduras – lo ha avvicinato chiedendogli di smettere di fare rumore: perché era molto tardi, la famiglia non riusciva a dormire, c’era un bambino. L’uomo ha risposto facendo irruzione nell’abitazione dei vicini. Ha sparato mirando al collo e alla testa, come per una esecuzione.
All’interno della casa c’erano 10 persone: cinque sono rimaste uccise, incluso un bambino di 9 anni.
“Ora possono riposare in pace, perché l’assassino è dietro le sbarre”, ha concluso lo sceriffo.