Un 2023 da sogno e siamo solo all’inizio. Gennaio è stato archiviato e Aryna Sabalenka di sicuro se lo ricorderà piuttosto a lungo perché un inizio di stagione così dirompente non lo aveva mai avuto. Con certezza la tennista non si dimenticherà tanto facilmente nemmeno dell’Australia, capace di regalarle due titoli nel giro di pochi giorni. Andiamo dunque a conoscere un po’ meglio la tennista neo numero 2 al mondo e fresca vincitrice degli Australian Open.

Aryna Sabalenka ha fatto suo il 2023

TENNIS Internazionali d'Italia Aryna Sabalenka
(Photo credit: Internazionali BNL d’Italia

A fine anno si scrivono sempre o si affidano al vento i buoni propositi per l’anno che viene e chissà se tra quelli di Aryna Sabalenka c’era anche il trionfo agli Australian Open. Sta di fatto che la terra australiana le ha regalato notevoli soddisfazioni e questo 2023 non poteva iniziare in modo migliore. Prima ha fatto suo il WTA 500 di Adelaide, senza mai perdere nemmeno un set. Poi ha centrato il successo grosso, il primo e tanto ambito slam.

Quello affrontato sul campo è stato un percorso tutt’altro che semplice che è culminato con lo scontro con la kazaka Rybakina, campionessa uscente da Wimbledon. Dopo un primo momento di incertezza, la tennista bielorussa si è ripresa e ha saputo tenere bene le redini della partita, il cui conteggio dei set ha poi recitato 4-6 6-3 6-4.

Nessun Paese, nessuna bandiera

Un piccolo particolare della vittoria della Sabalenka, per la verità non troppo di ridotte dimensioni sotto altre prospettive, è stata la mancanza di bandiere e del nome della nazione scritto sul trofeo. Nessuna polemica e nessun clamore, si prosegue semplicemente nel rispettare le sanzioni comminate contro Russia e Bielorussia per la guerra in Ucraina. La tennista infatti è appunto bielorussa e dunque ha dovuto gareggiare “in anonimato” dal punto di vista della nazionalità, sotto un vessillo neutrale.

E sulla guerra alla stessa tennista sono state poste diverse domande, come era logico aspettarsi, ma il suo pensiero è sempre stato unico. Nello specifico, quello che già lo scorso Dicembre aveva riferito ai microfoni del “The Age”, quotidiano australiano: “Questo è veramente terribile perché nessuno può supportare la guerra. Nessuno”. La giocatrice era poi tornata anche su una tematica che da sempre riguarda il mondo dello sport, volente o nolente, ovvero la politicizzazione dello stesso: “Sono solo molto delusa di come lo sport sia in qualche modo dentro le dinamiche politiche. Noi siamo solo atleti che praticano il loro sport. Solo questo. Non c’entriamo nulla con la politica. Se tutti noi potessimo fare qualcosa, la faremmo, ma non abbiamo nessun controllo”.

La chiave della vittoria di Aryna Sabalenka è il controllo

Le parole utilizzate da Aryna Sabalenka nelle sue interviste non sono casuali e ce n’è una in particolare che può aiutare a capire cosa l’ha portata a trionfare in questi Australian Open. Si tratta del “controllo”, con maggiore precisione dell’autocontrollo che lei stessa ha affermato di aver sviluppato notevolmente nell’ultimo anno. In particolare si è soffermata su come talvolta le emozioni sentite durante gli incontri avessero la meglio su di lei, impedendole di giocare il tennis fluido che avrebbe voluto. Passare per le sconfitte è stato un processo necessario che l’ha aiutata a gestire meglio poi le situazioni, come rivelato a WTATennis.

E adesso non le resta che concentrarsi sui prossimi obiettivi. Perché se è vero che vincere aiuta a vincere, allora questo potrebbe essere davvero un anno interessante e anche la Świątek, attuale numero 1 al mondo, dovrà guardarsi bene le spalle.

Maria Laura Scifo

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