Continua a far discutere il vaccino AstraZeneca dopo gli open day vaccinali organizzati da alcune regioni in cui venivano usate dosi di AstraZeneca anche al di sotto della fascia consigliata degli over 60. Nella fascia al di sotto dei 50 anni, soprattutto tra le donne, sono stati registrati dei rarissimi casi di trombosi il cui collegamento con il vaccino non è affatto evidente ma di cui si è discusso molto soprattutto nei mesi scorsi e data la sensibilità dell’argomento le istituzioni nazionali e internazionali procedono con la cautela necessaria. Il vaccino è infatti consigliato per gli over 60 ma non c’è un vero limite effettivo che vieti di farlo al di sotto di quella fascia di età, dato appunto i rarissimi casi e le rassicurazioni dell’EMA.
Il comitato tecnico scientifico (Cts) potrebbe quindi arrivare nei prossimi giorni a una nuova strategia. Mentre alcune regioni interrompono gli open day e altre li lasciano, il Cts potrebbe scegliere nuove limitazioni sotto i 50 anni per il vaccino AstraZeneca. Come spiega il sottosegretario alla salute Pierpaolo Sileri: “una revisione non la farei sopra i 50 anni, perché il rapporto tra rischi e benefici è indubbiamente, anche con la circolazione attuale, a favore del beneficio”.
L’Asl di Napoli ha già revocato due open day vaccinali, mentre nel Lazio, in Sicilia e in Abruzzo si prosegue. Luca Zaia, presidente della regione Veneto, e Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia, hanno invece rivendicato la scelta di non usare il vaccino AstraZeneca e in generale vaccini a vettore virale (comprendendo anche Johnson & Johnson) sui più giovani. Anche la Sardegna prosegue in questa direzione usando AstraZeneca solo per le fasce di età consigliate.
Seguici su Metropolitan Magazine