Atena, figlia prediletta di Zeus nata dal suo capo: dea della sapienza, della guerra, della pace e delle arti. In questo nuovo appuntamento della rubrica ClassicaMente, uno sguardo alle contraddizioni della dea guerriera.
Atena, simbolo di sapienza e astuzia
La storia della nascita della dea Atena è singolare. L’antico poeta greco Esiodo racconta come Zeus, dopo aver detronizzato Cronos, si unì Metis; quest’ultima era una delle Oceanine figlia del titano Oceano e della titanide Tethys. Metis era una divinità molto potente, in quanto simboleggiava la saggezza e l’intelletto. Quando scoprì di aspettare un bambino, Gea e Urano – divinità primordiali, rispettivamente Madre Terra e Cielo Stellato – predissero a Zeus che, dopo avergli dato una figlia, Metis avrebbe concepito un figlio più forte del padre: quest’ultimo lo avrebbe spodestato. Per supplire ad un eventuale detronizzazione, Zeus, ingoiò Metis: l’Oceanina trovò dimora all’interno del capo del dio. Giunse il tempo in cui la gestazione stava per concludersi e, Zeus, iniziò ad avvertire un mal testa terribile ed inconsueto: fece chiamare Efesto, dio del fuoco e dell’ingegneria; quest’ultimo gli procurò un’apertura nella testa e, dalla ferita, uscì una dea giovane e armata. Era la dea Atena che irruppe dal capo del padre emanando un grido di vittoria.
Atena, dea della guerra strategica: le differenze con Ares, dio della guerra violenta
L’appellativo di Atena come dea dell’intelletto e della guerra deriva dalla sua nascita e dalle origini natali: nacque già adulta e, poco dopo la sua inconsueta venuta al mondo, aiutò Zeus a combattere contro i Giganti. Tuttavia, le sue battaglie non erano volte allo spargimento gratuito di violenza: la sua era una guerra strategica, condotta con ordine e astuzia, oltre che prudenza: qualità ereditate dalla madre.
La differenza sostanziale con Ares, dio della guerra sanguinaria, era proprio non condurre conflitti feroci e sanguinosi. Mera impulsività che arrecava solo distruzione. La sua peculiarità, oltre che il suo punto di forza, era il senso di giustizia che la diversificava dal dio cruento: questa è una delle motivazioni per la quale personifica anche la dea della sapienza. Oltretutto, era protettrice di Atene, assicurandole prosperità nel commercio, nelle arti e nell’agricoltura.
Temperamento di una dea combattiva ma femminile
Atena personifica le qualità intellettuali, sia dell’uomo sia della donna: il suo temperamento, probabilmente, venne fatto risalire alle donne spartane di condizione sociale elevata. A Sparta il modello ideale di donna era colei che mostrava qualità combattive spiccate: atletica, saggia e prestante. Uno dei tanti appellativi con cui è conosciuta la dea è Pallade: l’epiteto in questione deriva da una figura mitologica ambigua; metà di sesso maschile e metà di sesso femminile. E’ facile, quindi, riscontrare elementi che appartengono ad entrambi i generi nella personalità di Atena: oltre alla forza ed all’arguzia alcuni miti narrano delle sfumature prettamente femminili che la caratterizzano.
Miti che riprendono il carattere della dea
Ad Atena è attribuita l’invenzione del flauto. Pare che la dea volesse uno strumento in grado di imitare il sibilo del vento. Tramite l’osso cavo di un cervo, iniziò a suonare. Tuttavia, si accorse che Era ed Afrodite ridevano maliziosamente, pensando che stessero deridendo la sua invenzione. Ma, specchiandosi in un lago, notò che le due sorridevano per le gote rosse prodotte dallo sforzo. Una morale che indica come, anche una dea guerriera non è indifferente ai giudizi sul suo aspetto o al suo apparire davanti agli altri. Una prova inconfutabile della sua femminilità, è anche data dal fatto che, la dea, fosse protettrice di quelle antiche arti dedicate alle donne: era modello indiscusso dell’arte del ricamo e della tessitura. Numerose sono le leggende che vedono la dea protagonista: dalla spedizione degli Argonauti, al mito di Perseo e Medusa, a Tiresia e Cariclo.
Mito di Aracne e hybris: quando Atena punì la tracotanza
E’ il mito di Aracne che riesce a cogliere le sfumature peculiari del temperamento di Atena:
- Mito di Aracne, simbolo di hybris, peccato di tracotanza: Aracne, fanciulla proveniente dalla Lidia, si vantò di essere una tessitrice migliore di Atena, che di quest’arte ne era la protettrice. La dea si recò da lei travestita da anziana, consigliandole di pentirsi della sua arroganza, hybris. Aracne, però, sfida la dea. Atena riassumendo le sue vere sembianze, accetta. Nella sua tela, Atena rappresenta gli Dèi dell’Olimpo intenti a punire gli uomini; Aracne ritrae Zeus e le sue numerose amanti. Quando Atena si accorge che la ragazza aveva insultato gli Dèi e realizzato un lavoro perfetto, riduce l’arazzo in brandelli. Impietrita, Aracne si impicca. Ma Atena decide di trasformarla in ragno, obbligandola a tessere la sua tela per l’eternità.
Quasi una legge del contrappasso dantesca: sì, Atena viene meno al suo senso di giustizia quando distrugge l’opera di Aracne poiché è stata oltraggiata e superata in bravura. Tuttavia, la salva da morte certa, a riprova del fatto che il suo non è un temperamento distruttivo come quello di Ares, ma volto a dare delle lezioni senza sconfinare nella ferocia.