Prosegue l’analisi della stagione dei giovani tennisti protagonisti dell’ATP Next Gen di un anno fa a Milano. Dopo aver ripercorso l’annata di Sinner, De Minaur, Ruud e Humbert, oggi è il turno del 21enne serbo Miomir Kecmanovic, attuale numero 44 della classifica ATP.
L’inizio di stagione: la maledizione delle semifinali perse
Dopo aver chiuso il 2019 con la semifinale persa alle Next Gen Finals contro il futuro campione Jannik Sinner, Kecmanovic inizia il suo 2020 a Doha. La stessa sorte patita a Milano si materializza per il serbo sul cemento qatariota. É infatti un altro futuro campione, Andrej Rublev, ad estrometterlo dalle semifinali di quel torneo, dopo che Kecmanovic si era presentato all’appuntamento senza concedere neanche un set in tutti gli incontri precedenti.
L’inizio di stagione sul cemento non prosegue bene per il 21enne di Belgrado, che perde al primo turno degli Australian Open in tre set dall’italiano Andreas Seppi. Dopo una breve apparizione al Challenger di Newport Beach, Kecmanovic raggiunge nuovamente una semifinale, questa volta all’ATP 250 di New York. Così come successo a Milano e a Doha, il serbo deve arrendersi nuovamente al penultimo atto contro il giocatore che vincerà poi il torneo. Sembra una sorta di maledizione per Kecmanovic, involontario talismano per il suo avversario, che a New York aveva avuto le sembianze del britannico Kyle Edmund.
Prima dello stop forzato per la pandemia di Covid-19, il serbo colleziona due ottavi di finale, a Delray Beach e ad Acapulco. Se in terra statunitense è un altro Next Gen, Ugo Humbert, ad estrometterlo dal torneo, è invece il numero 2 del mondo Rafael Nadal a batterlo in Messico.
Il primo titolo di Kecmanovic e l’ingresso nella top 40
Kecmanovic torna in campo dopo la pausa forzata ad agosto per il secondo Slam stagionale, gli US Open. Al primo turno contro l’azzurro Gianluca Mager, vince un incontro molto sofferto al quinto set, facendosi rimontare da due set di vantaggio. Al turno successivo è costretto ad abbandonare già il torneo, sconfitto 3-1 dal numero 11 del mondo Roberto Bautista Agut.
L’inizio dei tornei sulla terra rossa rappresenta un punto di svolta per la stagione di Kecmanovic. A Kitzbuhel, in Austria, il serbo raggiunge l’apice del suo 2020. Dopo aver superato nei primi turni Nishikori e Thompson, il serbo raggiunge la sua seconda finale in carriera nel circuito maggiore. Battendo il tedesco Yannick Hanfmann con un doppio 6-4, Kecmanovic conquista il 13 settembre il suo primo titolo ATP. Questo successo gli permette inoltre di entrare per la prima volta in top 40, col best ranking alla posizione numero 39.
Il serbo non riesce tuttavia a bissare quel successo nella settimana successiva, sconfitto al primo turno degli Internazionali d’Italia da Yoshihito Nishioka. Forte del titolo conquistato sulla terra rossa austriaca, Kecmanovic si presenta al terzo e ultimo appuntamento Slam, il Roland Garros, con buone ambizioni. I suoi sogni si infrangono però immediatamente, battuto nettamente in tre set al primo turno da Diego Schwartzman, che gli concede solo quattro game.
Il deludente finale di 2020 e le speranze per la prossima stagione
Il finale di stagione non porta ulteriori buone notizie per il 21enne di Belgrado. Con il ritorno sui campi in cemento, Kecmanovic colleziona tre eliminazioni al secondo turno e una al primo. A San Pietroburgo viene battuto al terzo set da Cameron Norrie, mentre a Colonia 2 è il francese Adrian Mannarino a sconfiggerlo con un doppio 6-3. Riesce tuttavia a ottenere risultati peggiori all’ATP 250 di Nur-Sultan, dove perde al primo turno dall’americano Frances Tiafoe. Kecmanovic si presenta dunque all’ultimo Masters 1000 dell’anno, quello di Parigi-Bercy, con ben poche speranze. Dopo aver battuto John Millman al primo turno, cede infatti al round successivo contro il futuro finalista Alexander Zverev, nel suo ultimo match stagionale.
La speranza del serbo per il prossimo anno, dunque, è che si torni a un calendario dall’aspetto ben più normale rispetto a quello vissuto in questo 2020. In tal modo, Kecmanovic avrebbe modo di confrontarsi sulla superficie che si è dimostrata di gran lunga la più congeniale per il suo gioco, la terra rossa. Come dimostrato anche dalla vittoria sui campi di Kitzbuhel, l’attuale tennis del serbo, fatto soprattutto di schemi con il servizio e il dritto, ben si sposa con le caratteristiche di quella superficie, che mettono in mostra anche le proprie doti fisiche. Un’ulteriore speranza che Kecmanovic potrebbe riservarsi per la prossima stagione è di ritrovare anche i campi in erba. Per via della pausa forzata, che è avvenuta proprio nel periodo in cui solitamente si sarebbe dovuta svolgere la stagione sull’erba, appuntamenti come il torneo di Halle o Wimbledon sono stati totalmente assenti dal calendario. La sua unica altra finale nel circuito maggiore arrivò infatti sul verde di Antalya nel 2019, quando perse contro l’azzurro Lorenzo Sonego.
Tommaso Mangiapane