Attacco aereo contro un aeroporto militare in Siria: Trump sotto accusa

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Di Redazione Metropolitan

Dopo il sospetto attacco chimico di ieri a Douma, in Siria, che ha causato un centinaio di morti e mille feriti soprattutto civili, un attacco missilistico è stato condotto nei confronti dell’aeroporto militare nella zona di Homs.

Secondo le autorità siriane, l’attacco aereo, che avrebbe causato almeno 14 morti, sarebbe da imputare alle forze militari americane. L’attacco missilistico sarebbe una chiara risposta al bombardamento chimico avvenuto a Douma, sempre in Siria, di cui Assad è accusato, pur continuando a respingere qualsiasi coinvolgimento.

A seguito dell’attacco aereo con gas al cloro, infatti, Donald Trump aveva puntato il dito contro il regime di Assad, chiamando in causa anche gli alleati russi ed iraniani.
Il presidente Putin, la Russia e l’Iran sono responsabili per il sostegno all’animale Assad. Grande prezzo da pagare – ha scritto Trump su Twitter -. Molti morti, inclusi donne e bambini, nell’irragionevole attacco chimico in Siria. L’area dell’atrocità è isolata e circondata dall’ esercito di Assad, completamente inaccessibile al mondo esterno“.

La Russia, come Assad, ha però negato qualsiasi coinvolgimento. Dal Ministero degli Esteri russo, arriva una dura replica ed un avvertimento dopo le accuse di Trump. “Simili accuse da parte degli americani e certi Paesi occidentali segnalano una nuova cospirazione contro il governo siriano e il suo popolo, e un pretesto per un’azione militare“. 

Da parte sua, Donald Trump, dopo aver chiesto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu per decidere sul da farsi, aprendo a qualsiasi opzione, prima di tutto fare entrare nella zona interessata aiuti medici, smentisce di aver ordinato un bombardamento all’aeroporto militare nei pressi di Homs.
In questo momento, il dipartimento della Difesa non sta conducendo attacchi aerei in Siria – hanno affermato alcuni funzionari americani interpellati dall’Associated Press -. Tuttavia, continuiamo a monitorare da vicino la situazione e sosteniamo gli sforzi diplomatici in atto per portare alle loro responsabilità coloro che usano armi chimiche, in Siria e altrove“.

Resta che, pur rimbalzando le responsabilità, in Siria continuano a morire migliaia di civili senza alcuna colpa.

Di Lorenzo Maria Lucarelli