L’ospedale di Medici senza Frontiere a Kabul è sotto attacco da parte di un gruppo terrorista. La stampa locale riporta la notizia di due esplosioni, seguite da colpi d’arma da fuoco. Le forze di sicurezza hanno raggiunto l’edificio, nella zona di Dasht-e-Barchi. Obiettivo degli integralisti potrebbe essere stato il viceministro della Sanità, che era in visita ai medici. Ad aprire la strada all’attacco, centrato sul reparto maternità, sarebbe stato almeno un terrorista suicida.
Foto diffuse sui social network mostrano gli agenti delle forze di sicurezza che fanno evacuare pazienti e portano in braccio bambini appena nati subito dopo l’attacco all’ospedale. Un bilancio non ufficiale parla di almeno cinque morti e quattro feriti.
L’attacco non è stato rivendicato, ma i Talebani avrebbero subito preso le distanze. Sembra dunque probabile che sia da attribuire all’Isis-Khorasan: a suggerirlo è anche il fatto che il distretto dove l’ospedale sorge è il 13esimo, abitato in prevalenza dagli hazara. Proprio la fetta di popolazione di questa etnia è finita nel mirino dell’Isis-K perché in grande maggioranza di credo sciita. In più, mentre i Talebani hanno interrotto le offensive contro le truppe internazionali ma continuano a colpire le forze governative, l’Isis-Khorasan sta aumentando le sue azioni.
Radicato in prevalenza nella provincia di Nangarhar, a est del Paese, il gruppo che fa riferimento al sedicente Stato islamico negli ultimi mesi sta cercando di consolidare la sua presenza nella capitale, in vista di attentati che mettano in discussione l’egemonia della jihad da parte dei rivali Talebani. Proprio nei giorni scorsi le forze afgane avevano sgominato una cellula congiunta di Isis Khorasan e rete Haqqani che preparava attacchi a Kabul, confermando dunque le voci secondo cui l’ala più fondamentalista dei Talebani non accetta il processo di pace ed è pronta a unirsi all’Isis-K.
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