Medici Senza Frontiere sospende i salvataggi sulle coste libiche

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Di Redazione Metropolitan

Troppo pericoloso per “Medici Senza Frontiere” continuare a salvare i migranti che irregolarmente scappano da tutta l’Africa e partono dalle coste della Libia, soprattutto dopo che il governo di Tripoli ha imposto un regime più severo sull’attività delle navi delle Ong, rafforzando i controlli della Guardia costiera

Medici Senza Frontiere, rimasta tra le poche Ong non firmatarie del Codice di Condotta imposto dallo Stato italiano alle organizzazioni non governative che vogliono continuare ad attraccare sulle nostre coste, sospende temporaneamente la propria attività di salvataggio dei migranti provenienti dalla Libia.
A dirlo è direttamente Medici Senza Frontiere con un comunicato: «A seguito di queste ulteriori restrizioni all’assistenza umanitaria indipendente e dell’aumento dei blocchi che costringono i migranti in Libia, Msf ha deciso di sospendere temporaneamente le attività di ricerca e soccorso della propria nave, la Prudence».

Ciò a cui fa riferimento la Ong è l’ateggiamento restrittivo nei salvataggi attuato dalla Guardia Costiera libica nelle ultime settimane che, oltre  controllare le partenze illali che avvengono sulle proprie coste, ha istituito una zona Sar (una zona di ricerca e soccorso dedicata appositamente a tali attività e di competenza del solo paese che la ha istituita) che di fatto impedisce alle Ong di operare entro le 97 miglia per le quali si estende.

La decisione è stata presa da Medici Senza Frontiere a causa dei pericoli che le Ong stanno correndo durante le attività di salvataggio lungo le coste libiche negli ultimi mesi: «Il Centro di coordinamento del soccorso marittimo di Roma ci ha allertato di un rischio sicurezza dovuto a minacce non velate contro le Ong da parte della Guardia costiera libica. Perciò non era più possibile continuare, mettendo a repentaglio la vita dei colleghi. Non ci dimentichiamo che già nel luglio 2016 una motovedetta libica ci attaccò, sparando 13 colpi contro la nostra nave «Bourbon Argos». Così, pure all’epoca sospendemmo per 40 giorni le operazioni...» – spiega il presidente di Msf Italia, Loris De Filippi.
I pericoli ai quali si allude riguardano le chiare minacce che le navi di diverse Ong hanno ricevuto da parte della Guardia Costiera libica, addirittura destinatarie di spari di arma da fuoco a fini intimidatori.

Medici Senza Frontiere potrebbe non essere la sola a sospendere temporaneamente le attività di salvataggio sulle coste libiche perchè anche “Save The Children”, che ora si trova bloccata davanti a Lampedusa a causa delle condizioni meteo, potrebbe prendere la stessa decisione se le attività di salvataggio si faranno nuovamente pericolose.
Intanto, perà, Medici Senza Frontiere non ha abbandonato totalmente la propria atttività davanti alla Libia, in quanto alcuni medici della Ong si trovano anche sulla nave della Ong “Sos Mediterranee”, l’organizzazione non governativa francese che ha da poco firmato il Codice di Condotta ottenendone alcune modifiche (anche lei potrebbe però sospendere i salvataggi).

«Ci troviamo di fronte ad un altro preoccupante tassello di un ambiente sempre più ostile per le operazioni salvavita di soccorso – denuncia De Filippi – Gli stati europei e le autorità libiche stanno attuando congiuntamente un blocco alla possibilità delle persone di cercare sicurezza. È un attacco inaccettabile alla vita e alla dignità delle persone […] Vediamo due gravi conseguenze: ci saranno più morti in mare e più persone intrappolate in Libia. Se le navi delle Ong vengono spinte fuori dal Mediterraneo, ci saranno meno navi a soccorrere le persone prima che anneghino. E chi non annegherà verrà intercettato e riportato in Libia, che sappiamo essere un luogo di assenza di legalità, detenzione arbitraria e violenza estrema».

Causa di tutto ciò, secondo il presidente di Medici Senza Frontiere Loris De Filippi , non sarebbe solo il governo libico ma ma anche gli Stati europei che stanno seguendo una politica di restrizione delle attività di accoglienza e salvataggio invece di gestire razionalmente i flussi di una migrazione inevitabile. Tanto che chiusa una porta di accesso, quella italiana, si sta assistendo a nuovi canali come, quello spagnolo.

Lorenzo Maria Lucarelli