Il fallito attentato a New York

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Di Redazione Metropolitan

Ieri mattina un ordigno artigianale è esploso a Port Authority, il più grande terminal bus di New York.

Sono quattro le persone ferite, nessuna in pericolo di vita. Tra queste c’è anche l’attentatore, Akayed Ullah, un 27enne originario del Bangladesh. L’ordigno consisteva in una pipe-bomb che aveva nel giubbotto, ed è esploso accidentalmente sulla banchina del terminal. Ullah era arrivato negli Stati Uniti con un visto regolare nel 2011, vive a Brooklyn e non era conosciuto dalle autorità.  Arrestato dopo pochi minuti, l’uomo ha riportato alcune ustioni alle mani e all’addome ed è ricoverato al Belleuve Hospital.

Parlando con gli investigatori, ha motivato il suo gesto come risposta alle azioni di Israele contro la popolazione palestinese. Tuttavia non sembrano esserci legami con le organizzazioni terroristiche internazionali.

Questo è stato il secondo attentato a New York nell’ultimo anno. Il giorno di Halloween un uzbeko di 29 anni, Sayfullo Habibullaevic Saipov, è piombato con un furgone sulla ciclabile della West Street, percorrendo oltre un chilometro, uccidendo 8 persone e ferendone 12.

Il secondo caso di “lupo solitario” nel giro di pochi mesi mette in allarme le autorità statunitensi. Considerando l’orario di punta e che giornalmente a Port Authority transitano tra le 300 e le 500 mila persone, se l’attentato fosse andato in porto sarebbe potuta essere una strage. 

Le reazioni

Non si esclude che l’attentato porti a un ulteriore giro di vite all’immigrazione: «Dobbiamo proteggere le nostre frontiere» ha dichiarato alla stampa la portavoce della Casa Bianca Sarah Sanders aggiungendo che «gli Stati Uniti hanno l’urgenza di passare a un sistema di immigrazione basato sul merito».

Donald Trump chiede pugno duro per i terroristi: «Coloro che vengono condannati per atti di terrorismo meritano le pene più severe previste dalla legge, inclusa la pena di morte».

Una dura condanna è arrivata anche da parte delle autorità del Bangladesh. Con una nota diramata dall’ambasciata a Washington il paese asiatico ha ribadito di essere al fianco degli Stati Uniti nella lotta al terrorismo.

Marco Toti