A primo impatto, Aurora sembra essere un personaggio nato dal genio creativo di Tim Burton, animata dai modi di una Principessa Disney, e, come tutte le Principesse Disney dotata di una gran voce. Ieri sera, 3 luglio, è stata in grado, grazie ai suoi vocalizzi cristallini, di creare un’atmosfera a dir poco unica nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica, a Roma, facendo sì che la magia diventasse reale.
Con il calare della notte, Aurora è salita sul palco dell’Auditorium Parco della Musica, accompagnata dalle sue coriste e dal resto dei suoi musicisti, sulle note di “Heathens“, singolo tratto dall’album “The Gods We Can Touch“, pubblicato nel 2022. Circondata da un’aura mistica, ha incantato la platea con le sue movenze e le sue danze: il tutto, favorito anche dalla comparsa della Superluna del Cervo, ha generato un’atmosfera surreale. Con la sua voce, la cantautrice norvegese è riuscita a trasportare il suo affezionatissimo pubblico nei luoghi più disparati: il suo sound è andato da qualcosa di più trascendentale, passando per il tribale vivacizzato da ritmi afro, e terminando con il pop.
Atmosfera e gentilezza, chiavi del successo di Aurora all’Auditorium Parco della Musica
Come detto precedentemente, la cantante dal caschetto platino sembrerebbe provenire da un mondo incantato e fatato: come la perfetta protagonista di un classico Disney, ha dato sfoggio del suo animo gentile e sognatore in più circostanze. Sicuramente, la prima è stata quando ha invitato a restare tra il pubblico una giovane donna che, in quel momento, stava venendo scortata all’esterno dalla security, rassicurando chi di dovere che per lei andava bene la permanenza di quell’ospite “improvviso”. La seconda, quando non ha potuto fare a meno di ridere e piangere, con uno stupore tipico dei bambini, di fronte al calore che i fan italiani le hanno dimostrato a più riprese durante il suo live. La terza, quando ha improvvisato un duetto con una ragazza del pubblico, lasciandole ampia libertà di esibirsi. E infine, quando ha intrapreso un discorso sulla bellezza della diversità, dell’importanza di essere unici e di non cambiare mai solamente perché a qualcuno non piace. Atmosfera e gentilezza, sono state le sue armi segrete per vincere.
Dunque, vien da sé che, Aurora, nella vita di tutti i giorni, potrebbe venir etichettata come una “freak“, oppure, come una tipa un po’ “naif“, perché delicata, perché non conforme, perché diversa da quello che tutti sono abituati a vedere. Ed è stato proprio questo “non omologarsi alla massa” il vero protagonista del concerto di ieri sera, celebrato e inneggiato: fa un po’ ridere il gioco di parole, ma tutti i presenti all’Auditorium hanno ballato e cantato all’unisono proprio la bellezza dell’essere fuori dal coro, vedendo trionfare tra note soavi la purezza dell’anima piuttosto che il predominio sull’altro. Immancabili i brani “Runaway“, tornato alla ribalta dopo esser diventato virale su Tik Tok, e “Running with the Wolves“, ma a concludere la serata, il singolo “Queendom“, a favore dei diritti della comunità LGBTQ+.
Quello di Aurora è stato un concerto in grado di emozionare, da far venire la pelle d’oca, ma anche di far ricordare sentimenti e riflessioni che nella quotidianità tendiamo a dimenticare, o, quanto meno, a mettere da parte: non sempre, di fronte al vento impetuoso, vince la quercia robusta. Il giunco più fragile è colui che resiste. Il mondo è di quelli che hanno ancora occhi capaci di vederne la magia, vivendo mossi da un cuore gentile, ma soprattutto umiltà. Questo l’insegnamento più prezioso di cui ci ha fatto dono Aurora, che già non vediamo l’ora di rivedere sul palco.
Articolo di Valentina Galante
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