Continua la trattativa per la revoca o meno della concessione ad Autostrade. Un trattativa giunta al duro scontro tra il premier Giuseppe Conte e i Benetton accusati di prendere in giro i familiari delle vittime del Ponte Morandi e tutti gli italiani. Si lavora per tanto ha una soluzione che escluda Atlantia da Aspi qualora la concessione non venisse revocata.
Autostrade, l’attacco di Conte
Questa mattina su La Stampa e il Fatto Quotidiano il premier Conte ha attaccato duramente i Benetton portando alla massima tensione la querelle sulla concessione o la revoca ad Autostrade. “I Benetton non hanno ancora capito che questo governo non accetterà di sacrificare il bene pubblico sull’altare dei loro interessi privati“, ha affermato duramente Giuseppe Conte. Il premier anche ribadito che “è altrettanto inaccettabile la pretesa di Aspi di perpetuare il regime di favore in caso di nuovi inadempimenti degli obblighi di concessione“. Per cui “i Benetton non prendono in giro il presidente del Consiglio, ma i famigliari delle vittime del ponte Morandi e tutti gli italiani”.
La posizione del governo
Il premier Conte si dice pronto a portare una proposta di mediazione con Aspi solo se “irrunnciabile” al Consiglio nei ministri. Nelle prossime ore sarà convocato probabilmente un vertice di governo dove si deciderà se andare avanti con la concessione o procedere con la revoca. In questo caso è richiesta una nuova legge da votare in parlamento. La proposta più probabile è quella di un aumento di capitale in Autostrade per ridurre considerevolmente la quota di partecipazione di Atlantia in Aspi. Questo in modo da considerare i Benetton praticamente fuori. Il ridimensionamento di Atlantia aprirebbe la porta ad altri soggetti privati come Poste Vita, Macquarie e Cdp. Quest’ultima sarebbe la soluzione migliore per Matteo Renzi che spiega su facebook che “se proprio lo Stato vuole tornare nella proprietà, l’unica possibilità è una operazione su Atlantia con un aumento di capitale e l’intervento di Cdp. Operazione trasparente, società quotata, progetto industriale globale. Non ci sono alternative serie e credibili. Il populismo urla slogan, la politica propone soluzioni”.