Il 9 giugno è arrivato nel catalogo Netflix il thriller fantascientifico “Awake“. Il film scala velocemente la classifica raggiungendo la top ten ed effettivamente gli amanti del genere dovrebbero dare almeno una chance alla pellicola di Mark Raso.
Protagonista della corsa contro il tempo che è oggetto di questo film è l’attrice Gina Rodriguez, che il grande pubblico conosce per il suo ruolo da protagonista della serie comica “Jane the Virgin“. Qui Rodriguez regala una convincente interpretazione nel ruolo di Jill, che sicuramente è un valore aggiunto in questo film che, pur proponendo un pretesto originale, rimane un survival movie dagli sviluppi prevedibili.
“Awake”: il pretesto scatenante le circostanze apocalittiche
Il film comincia presentandoci la figura di Jill (Gina Rodriguez) che si muove furtiva all’interno del proprio luogo di lavoro, sulle note di una musica che ci proietta dal primo istante nell’atmosfera ansiogena del film. Capiamo di Jill che ha un passato complicato da tossicodipendente e che non ha la custodia dei figli, ma a parte questo non c’è nulla nelle sue caratteristiche che giustificherebbe il suo trovarsi al centro di un film che, come vedremo di lì a poco, mette in scena circostanze estreme.
All’improvviso l’elettricità scompare dalla Terra causando incidenti di ogni tipo e problemi a tutta la popolazione. Tuttavia, come si sottolinierà da lì a poco, non è la mancanza di elettricità il vero problema, perchè “per quella ci sono alternative. Si tratta delle persone.” Il vero dramma è che, a seguito dell’inspiegabile scomparsa dell’elettricità, nessuno riesce a dormire.
La fuga dai peggiori istinti dell’essere umano
Questo è il punto di partenza del thriller, il vero fattore scatenante: nessuno riesce a dormire. Tutti sono svegli (appunto, “awake“). Questo cosa scatena? Innanzitutto la perdita di pensiero critico dopo 48 ore di mancato sonno, il che si manifesta nell’emergere dei peggiori impulsi umani: le tensioni latenti sfociano in violenze efferate e nella perdita di ogni valore etico.
Sembrano esserci sono due persone che riescono a dormire: una misteriosa “dormiente“, che è già stata portata al “Lab” per essere sottoposta a degli esami nel tentativo di trovare una cura in tempi stretti, e Matilda (Ariana Greenblatt), la figlia minore di Jill.
È in questa circostanza che viene rivelato il passato da soldatessa di Jill, che si muove in modo professionale e con eccezionale sangue freddo per recuperare le risorse necessarie alla fuga e proteggere Matilda dalla psicosi collettiva e dagli scienziati del Lab.
“Awake”, un thriller efficace ma con alcune lacune
Il thriller di Raso nel complesso risulta efficace: le atmosfere tese riescono effettivamente a tenere il pubblico col fiato sospeso e ci sono sequenze di pura violenza, sempre narrativamente giustificate.
Non si può però dire altrettanto di altri punti della pellicola che rimangono senza giustificazione. Se può essere una scelta consapevole il fatto di non dare spiegazione dell’origine di questa insonnia collettiva che sta minacciando l’umanità, se non accennando en passant ad un’ipotesi partorita dagli scienziati del Lab, altrettanto non si può dire per altri nodi cruciali dello sviluppo del film che, non solo non vengono giustificati, ma sembrano in contrasto con i tratti caratteristici dei personaggi coinvolti e con i precedenti interni al film.
Il finale recupera pienamente lo sfondo fantascientifico di questo survival movie, pur restando aperto alle diverse ipotesi di spettatori e spettatrici sugli ulteriori sviluppi delle avventure di Jill e della sua famiglia. Per chi avesse voglia di recuperare questo thriller targato Netflix, lo si trova sulla piattaforma streaming.
Debora Troiani
Seguici su Twitter, Instagram e Facebook e RivistaN2!