Ayrton Senna, il mago della Formula 1
Quest’oggi uno dei più grandi campioni della storia della Formula 1 avrebbe compiuto sessant’anni. Tuttavia, la crudele storia di questo sport ha deciso diversamente. Ayrton Senna da Silva ha infiammato il pubblico di tutto il mondo per un decennio tra gli anni ’80 e ’90: andiamo a ripercorrere alcune fasi della sua carriera.
Ayrton Senna agli esordi, una “goccia d’acqua” di talento
Appassionato della velocità fin da bambino, Senna partecipa alle prime competizioni sui kart provando immediatamente a primeggiare. Nel kartodromo vicino al Circuito di Interlagos un piccolo Ayrton cresce gradualmente e sempre più velocemente, provando ad emulare altri grandi campioni brasiliani come Emerson Fittipaldi e quel che sarà Nelson Piquet. L’anno della svolta è il 1978 quando arrivò alla DAP a Milano per poter partecipare ai mondiali di kart.

La grande occasione avvenne nel 1981 quando si trasferì in Inghilterra per correre in Formula Ford. Tuttavia, al termine della stagione rientrò in Brasile su pressioni della famiglia. Il desiderio di correre prevalse su ogni cosa e, dopo pochi mesi, rientrò in Inghilterra per provare ad arrivare al suo sogno: la Formula 1. Nel 1983 vince il campionato britannico di Formula 3 oltre che al GP di Macau con l’occasione di provare per numerose scuderie di Formula 1. Tra queste, Brabham, Williams, McLaren e Toleman. Dopo molte discussioni e problemi di natura contrattuale, Senna firmò con la Toleman.
La svolta della sua carriera avvenne il 3 giugno 1984 a Montecarlo. Partendo dalla settima fila dalla tredicesima casella con la Toleman TG184, Ayrton Senna mostra il suo talento cristallino al grande pubblico. Con l’asfalto bagnato e scivoloso, il brasiliano mostra tutto il suo talento e sensibilità mantenendo un passo gara ben più veloce dei piloti più accreditati. Sorpassi incredibili su Keke Rosberg e Niki Lauda lo proiettano al secondo posto: in piena rimonta su Alain Prost, la gara viene sospesa prima che il brasiliano potesse tentare l’attacco sul pilota McLaren.

Dopo altri due podi nella sua stagione d’esordio, Ayrton Senna si trasferisce alla Lotus dove correrà per tre stagioni. Per la scuderia fondata da Colin Chapman il brasiliano riesce ad ottenere due quarti posti ed un terzo posto in classifica piloti con una vettura non da top-team. In quegli anni, Senna dimostra la sua grande abilità sulla pioggia e nel giro secco: 65 pole positions in 161 partenze, dei numeri impressionanti. Tuttavia, per puntare al titolo serviva di più, serviva una vettura vincente, serviva una McLaren.
Ayrton Senna contro Alain Prost, una rivalità storica
La rivalità tra Senna e Prost esplose fin dal primo giorno del brasiliano a Woking, fin dai primi test di Imola in preparazione della stagione 1988. In quell’anno Senna e Prost duellarono per la vittoria in ogni corsa senza alcun rivali grazie all’arma vincente a disposizione, la MP4/4. Due piloti con caratteri e personalità molto diverse, ma con un obiettivo comune chiamato Titolo Mondiale. Con otto vittorie, tredici pole positions ed undici podi, Senna riuscì a conquistare il suo primo mondiale sfruttando la regola in vigore all’epoca delle gare di scarto. Se nel 1988 la rivalità stava esplodendo gradualmente, nel 1999 la situazione divenne incontrollabile tra i due.
Le stagioni successive saranno ricche di battaglie con Prost sia in pista che fuori dal tracciato dove Prost esercitava un grande gioco psicologico sul brasiliano. Le battaglie in pista trovarono il loro culmine a Suzuka nel GP del Giappone nel 1989 con il famoso contatto tra i due alfieri della McLaren alla chicane successiva alla 130R. Le polemiche continuarono nelle settimane successive con Senna costretto a vedere Prost trionfare al termine della stagione. Dall’anno successivo, le cose cominciarono a cambiare.

Nel corso degli anni successivi Ayrton riuscì a conquistare due titoli iridati in McLaren battendo l’ex compagno Prost passato in Ferrari al termine del 1989. Pronto a portare la Scuderia di Maranello alla vittoria, Alain Prost non riesce a contendere fino alla fine il mondiale al brasiliano sia nel 1990 che nel 1991. La rivalità si prese una pausa dalle competizioni nel 1992, consapevole di un contratto in essere con la Williams per il 1993. Senna, al contrario, comincia a vivere anni difficili. Tuttavia, sia nel 1992 che nel 1993 ci sono state alcune delle grandi imprese di Ayrton.
Le ultime imprese di Senna, the Magic
Tra le imprese di Senna tra il 1992 ed il 1993, ci sono alcune gare che sono degne di nota. Gare dove con una vettura nettamente inferiore, Senna dimostrò il perché era un tre volte campione del mondo. La prima ebbe luogo a Montecarlo nel 1992 quando, nell’anno del dominio di Nigel Mansell sulla Williams FW14B, il brasiliano riuscì a vincere davanti al britannico per soli 215 millesimi. Una corsa condotta resistendo per tutta la corsa agli attacchi di Mansell, senza mai commettere il minimo sbaglio.

L’11 aprile 1993 a Donington Park Senna dimostrò tutta la sua classe. Nel corso del primo giro, Senna sorpassa Schumacher, Hill e Prost nel giro di poche curve su un asfalto bagnato e scivoloso. Una corsa dominata dall’inizio alla fine dove Senna doppiò tutti i piloti (compreso Prost) ad eccezione della Williams di Damon Hill che chiuderà con un minuto e 20 secondi di ritardo. Una gara perfetta che mostrò tutto il suo talento per l’ennesima volta.
L’ultima vittoria di Ayrton Senna coincise con l’ultima gara del 1993. Il GP di Adelaide segnò la fine della rivalità tra Senna e Prost dove firmarono sul podio la fine della loro battaglia in pista. La fine di un’epoca per entrambi e per la Formula 1, dove per la prima volta si sono viste le vere personalità di Senna e Prost del privato nel pubblico.
Il patrimonio sportivo di Ayrton Senna
Indubbiamente, Senna è stato uno dei più grandi campioni nella storia della Formula 1. Decidere se sia stato il più grande della Formula 1 è impossibile per tante ragioni; per campioni indimenticabili in epoche passate e per campioni nel presente e per campioni futuri. Certamente Ayrton ha regalato grandi emozioni a questo sport a cui il brasiliano ha dedicato la sua vita, facendo emozionare milioni di brasiliani e non solo.

Cosa ci avrebbe regalato nelle stagioni future se non ci fosse stato quel maledetto incidente ad Imola il 1 maggio 1994? Avrebbe vinto altri mondiali contro uno Schumacher lanciato verso il successo? Quando anni avrebbe ancora corso? Tante sono le domande, tante sono le risposte che non ci saranno mai. Tuttavia, avremo sempre una certezza: la certezza di aver assistito ad uno dei più grandi piloti della storia dell’automobilismo.
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