Benvenuti nell’universo cinematografico di Movie Award. Faremo un viaggio alla scoperta di una pellicola premiata con l’Oscar come miglior film . Parleremo di frontiera, di indiani e di uomini bianchi. Abbiamo dedicato la puntata di Oggi a “Balla coi lupi” di Kevin Costner
“Nel 1864 un uomo attraversò la frontiera, in cerca dell’America. E trovò se stesso.”
Cosi recitava lo slogan promozionale di “Balla coi lupi” di Kevin Costner. Un film rifiutato da molte case di produzione e per cui Costner dovette investire anche di tasca sua ma che alla fine divenne un successo senza tempo. Fu proprio questa pellicola che fece rifiorire un genere come il western finito in declino dopo il flop di “I cancelli del cielo” di Michael Cimino. Questo lungometraggio riuscì invece a coniugare l’epica del western classico con la New Age che negli anni 90′ spopolava
Balla coi lupi, un film sull’integrazione
Con “Balla coi lupi” Kevin Costner ha portato sullo schermo un film spirituale ed intenso. Al centro della storia l’importanza del dialogo e della curiosità che spingono all’incontro due culture diverse. Vi è inoltre un nuovo modo di vedere i nativi americani in cui si percepisce tutto il dolore di un popolo vittima di un genocidio ad opera di una civiltà che si riteneva superiore. Una lezione intensa che Costner condensa in un kolossal che ha sorprendentemente conquistato il pubblico e portato alla riscoperta del mito della frontiera americana e che ha fatto da ponte per i seguenti film del genere.
Controversie storiche e sociali
Nonostante il grande successo di “Balla coi lupi” e i 7 oscar vinti non sono mancate critiche e controversie. Alcuni critici hanno parlato di un ritratto ingenuo e stereotipato degli indiani che si rifà all‘etica del buon selvaggio. Una critica dovuta anche ad alcune inesattezze sulla lingua e sugli usi indiani e sulla loro rappresentazione storica. Ad esempio il popolo Pawnee viene rappresentato come cattivo mentre storicamente erano da sempre vittima delle angherie Sioux.
Stefano Delle Cave