L’invasione russa dell’Ucraina si rivela sempre di più una guerra che non conosce pace. Il conflitto ha causato uccisioni di civili e vari episodi di stupri. La Commissione internazionale indipendente d’inchiesta sull’Ucraina ha cercato di fare luce in merito a determinate pratiche, riportate da Il Fatto Quotidiano.
Cosa sta accadendo ai bambini ucraini portati in Russia?
Migliaia di bambini ucraini di età compresa tra i quattro mesi e i 17 anni, provenienti da zone come Donetsk e Lugansk, sarebbero stati trasferiti in centri di rieducazione, secondo quanto riportato dalla Commissione indipendente d’inchiesta sull’Ucraina. L’obiettivo di queste istituzioni sarebbe quello di ‘’russificare’’ i minori, ossia far acquisire la conoscenza della storia, della cultura e della lingua russa e sopprimere la loro identità ucraina, istruendoli a un forte nazionalismo russo. Parallelamente, i bambini sarebberp addestrati militarmente per essere pronti alla guerra e poter lottare, un domani, contro i loro connazionali.
Altri minori invece – tra cui molti di questi rimasti orfani a causa dei bombardamenti – sono stati portati via dal loro Paese e dati in affidamento a famiglie russe, spesso dicendo loro che sono russi e che non sono mai stati ucraini. Questo perché, dal punto di vista russo, l’Ucraina non esisterebbe e non sarebbe mai esistita.
Il governo russo ritiene, d’altro canto, che queste adozioni non siano altro che un atto di mera generosità, in quanto in questo modo i bambini hanno la possibilità di vivere felici e lontani dalla guerra.
In genere, la legge russa proibisce l’adozione di bambini stranieri. Tuttavia, a maggio, Putin ha emesso un decreto che semplifica l’ottenimento della cittadinanza per i minori ucraini senza custodia genitoriale. Questo provvedimento renderebbe più facile per i russi adottare e sicuramente più difficile per i genitori ucraini riottenere la potestà. Il Cremlino, inoltre, fornisce incentivi economici alle famiglie che adottano. Purtroppo, però solo in pochi riesco a riottenere la tutela dei propri figli.
In Russia, secondo la fonte, non smentiscono l’espatrio dei bambini ucraini. L’ambasciata russa negli Stati Uniti ha riconosciuto che Mosca stia ricevendo bambini dall’Ucraina per proteggerli. Anche se in realtà molti di questi sarebbero stati portati via senza il consenso dei genitori ancora vivi e rintracciabili.
Secondo il report pubblicato in collaborazione tra l’Università di Yale e il programma ”Conflict Observatory” del Dipartimento di Stato degli USA, il governo federale russo ha trasferito circa 6.000 bambini ucraini in una rete di strutture di rieducazione e adozione nella Russia e nella Crimea occupata. Inoltre, sarebbero state identificate circa 43 strutture coinvolte nella detenzione di minori.
Il tweet di Zelensky e il genocidio
Volodimir Zelensky, presidente ucraino, ha condiviso su Twitter un video in cui mostra bambini ucraini deportati in Russia. Ha sottolineato come questa sia una forma di genocidio e ha promesso che i responsabili di queste atrocità saranno chiamati a rispondere delle loro azioni.
Sopprimere la cultura di un popolo risponde alla definizione di Genocidio redatta dalle Nazioni Unite nel 1948, a seguito di eventi tragici come l’Olocausto – il genocidio contro gli ebrei da parte del regime nazista -.
La cultura è il patrimonio immateriale di un popolo – lingua, tradizione, storia, simboli – acquisita nel corso della loro storia e trasmessa di generazione in generazione. La cancellazione forzata della cultura di un popolo rappresenta una forma di genocidio, perché colpisce direttamente l’identità culturale e la possibilità di trasmetterla alle generazioni future. Ciò vuol dire essere privati della possibilità di conoscere ed esprimere la propria cultura, e quindi la propria identità.
A volte la storia non insegna
Proprio nel momento in cui la coscienza umana sembrava aver cancellato crudeltà simili dalla storia, avvenimenti come questo ricordano gli orrori del passato.
La Germania nazista aveva un programma simile ‘’Il Lebensborn’’ tradotto dal tedesco come ‘’sorgente di vita’’. In Polonia, durante la Seconda Guerra Mondiale, migliaia di bambini dall’aspetto ‘’ariano’’ furono rapiti con l’intenzione di “germanizzarli’’ – ossia annientare la loro identità e inculcare loro la cultura e la lingua tedesca – il cui scopo era quello di darli in adozione a famiglie tedesche. Quelli che non soddisfacevano i criteri di “arianità” erano considerati non idonei e venivano spesso mandati nei campi di concentramento. La rilevanza di questi atti è stata minimizzata nel corso della storia ed è stata riconosciuta solo da poco.
Sono eventi che il passato dell’umanità ha conosciuto già, anche di recente. La Russia sarebbe stata accusata di aver rapito dei bambini dall’Ucraina, già nel 2014, a seguito dell’annessione della penisola di Crimea.
Se solo attraverso la consapevolezza possiamo costruire un futuro più giusto dei diritti umani perché oggi si parla poco di ciò che sta accadendo a questi bambini e perché il passato si sta riproponendo in queste forme simili?
Alessia Carofiglio
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