Siamo a Bari, è la notte di Halloween. Una studentessa viene soccorsa dal 118 a causa di abuso alcolico. Le cose all’interno dell’ambulanza, però, non vanno come dovrebbero andare. A quanto denunciato dalla giovane, un paramedico avrebbe approfittato di lei.
Nella notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre si festeggia Halloween, che qui in Italia è una tradizione legata alle nuove generazioni, considerata più come un’occasione per far festa piuttosto che culturale. Il Palaghiaccio della città di Bari aveva organizzato un evento, pieno di studenti universitari. Si sa come vanno a finire certe cose, si beve all’infinito e capita che qualcuno debba farsi un bel giro in ambulanza. è successo a tutti.
Così la sorte alcolica decise quella sera che una giovane studentessa universitaria avrebbe avuto bisogno dell’aiuto del 118, per colpa dell’abuso di alcol. In ambulanza la attende un paramedico, Gaetano, 36 anni. Nota che la ragazza ha praticamente perso i sensi, è completamente ubriaca. Porte chiuse, nel retro del veicolo ci sono solo loro due. La giovane ha denunciato ciò che è accaduto all’interno della vettura due settimane dopo, confessando il suo stato di immobilità e mancata possibilità di difendersi in quanto sotto l’effetto di sostanze alcoliche e, apparentemente, di gocce che le furono da egli somministrate.
«Ha descritto i particolari dell’abuso subito, descrivendone lucidamente ogni dettaglio, anche i più umilianti» e non ci sono elementi per «ipotizzare che siano frutto di intenti calunniosi». Queste le parole della giudice che ha ascoltato in tribunale la storia della ragazza, che coraggiosamente ha denunciato l’orribile atto del paramedico ad un centro antiviolenza, al Policlinico di Bari e alle forze dell’ordine.
Oggi è agli arresti domiciliari, e non crediamo metterà più piede all’interno del Policlinico. Abusare della propria posizione e violare una ragazza totalmente indifesa, in stato di sonnolenza e nel corso dell’atto, sicuramente, in stato di shock, è una vergogna sia a livello umano sia verso il ruolo che l’uomo era tecnicamente chiamato a fare. Un paramedico, una guardia di sicurezza, un carabiniere o chicchessia dovrebbe simboleggiare un punto sicuro nella notte, soprattutto per una donna, che dovrebbe sentirsi libera di fidarsi di queste figure in caso di pericolo o di bisogno di soccorso. Certo, direte voi, il discorso è grave già per la premessa che una donna di notte è scontato che non si senta al sicuro. Tant’è.
Non è un mondo tranquillo per nessuno, ma questa volta l’uomo non l’ha scampata, per fortuna, come succede altre volte. Ad ogni modo, l’arresto del carnefice non rappresenta una vittoria per la vittima. Qui non si tratta di vincitori e vinti: quella ragazza, come tante altre donne, ne rimarrà segnata a vita. Non è giusto piangere ogni notte e sentirsi così umiliate, solo a causa dell’istinto bestiale di qualcuno che non ha la forza di tenere su i pantaloni e di pensare al suo lavoro.
Serena Baiocco
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