“Basic Instinct”, a Ferragosto il cult neo-noir con Sharon Stone e Michael Douglas

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Nella notte più calda dell’estate, il thriller erotico neo-noir che ha reso Sharon Stone la rinnovata femme-fatale della postmodernità. “Basic Instinct” va in onda questa sera su Rete 4, pellicola del 1992 diretta da Paul Verhoeven. Il film, divenuto in breve cult, ottenne al botteghino uno dei più alti incassi degli anni Novanta, due nomination agli Oscar e due ai Golden Globe. Accanto all’attrice e modella statunitense, un già affermato Michael Douglas. Nel cast anche Jeanne Tripplehorn (Beth Garner), George Dzundza (Gus), Dorothy Malone (Hazel Dobkins), Bruce A. Young (Andrews), Daniel von Bargen (Tenente Marty Nilsent), Leilani Sarelle (Roxy).

La pellicola venne presentata alla 45º edizione del Festival di Cannes, dopo che la Carolco Pictures riuscì ad avere la meglio nella corsa ai diritti. La sceneggiatura originale scritta da Joe Eszterhas nel 1980, ebbe, infatti, subito un grande risalto mediatico. A tal punto da essere oggetto di un’asta economica tra varie compagnie cinematografiche. La società di produzione se la aggiudicò per 3 milioni di dollari. In fase di preproduzione lo scrittore venne poi sostituito da Gary Goldman.

Trama di “Basic Instinct”

San Francisco. Il detective Nick Curran (Michael Douglas), detto ‘Il Giustiziere’, sta indagando sul cruente omicidio dell’ex star del rock Johnny Boz, trovato morto con ferite inferte da un punteruolo da ghiaccio. La principale sospettata è la famosa scrittrice e psicologa Catherine Tramell (Sharon Stone), che si trovava con la vittima proprio la notte del delitto. L’accattivante e seducente Catherine nega ogni suo coinvolgimento ma il suo ultimo romanzo, che contiene la minuziosa descrizione di un delitto identico a quello accaduto, è per Nick la prova che la donna c’entra qualcosa. Iniziando ad indagare sempre più a fondo finirà per ricadere in vecchie tentazioni, come il fumo e l’alcool, scoprire dettagli intriganti e perdere la testa per la stessa dark lady.

Un thriller erotico con risvolti da giallo psicologico. “Basic Instinct” scrive la storia del cinema attingendo al repertorio classico del genere ma introducendo elementi inediti e ad esso estranei. Primo fra tutti la carica erotica senza veli che accompagna la detective story, incarnata dalla figura della protagonista femminile e dalle molteplice scene esplicite, spesso eccessivamente spinte.

“Basic Instinct” e le gambe accavallate: una scena, due versioni

In “Basic Instinct”, una delle scene più famose della storia del cinema, ritrae la seducente Catherine, alias Sharon Stone, nella sala interrogatori. Le gambe accavallate, la sigaretta in mano. Quando l’attrice si muove per invertire la posizione delle gambe, l’assenza di biancheria intima lascia intravedere i genitali femminili. La femme-fatale tiene in pugno tutti gli uomini presenti nella stanza e da principale sospettata ne esce fredda vincitrice, lasciandoli con un pugno di mosche in tasca. La scena fece ovviamente scalpore e la stessa Sharon Stone rivelò nel suo libro autobiografico “Il bello di vivere due volte“(2021), come allora fosse all’insaputa di tutto. Il regista l’avrebbe ingannata assicurandole che non si sarebbe visto niente e l’attrice avrebbe scoperto solo durante la prima del film, che così non era, reagendo alla scena con rabbia e schiaffeggiando Verhoeven.

Eppure la storia della diva di Hollywood non sta in piedi. E’ il regista olandese a dirlo. Aggiungendo che Sharon Stone sapeva esattamente quello che stavano facendo, che il perfetto personaggio di Catherine, era stato costruito insieme partendo da un ricordo di Paul:

I miei ricordi sono del tutto diversi da quelli di Sharon. Con questo non voglio sminuire affatto il modo fantastico in cui ritrasse Catherine Tramell. È assolutamente fenomenale. Abbiamo ancora un rapporto piacevole e ci scambiamo messaggi. Ma la sua versione non sta in piedi.


Sapeva esattamente cosa stessimo facendo. Le dissi che la scena si basava sulla storia di una donna che conobbi quand’ero studente, accavallava le gambe senza mutande regolarmente ai party. Quando un mio amico le disse che le vedevamo la vagina, disse: “E certo, lo faccio apposta.” Allora Sharon e io decidemmo di creare una situazione simile.

Sharon Stone, la nuova femme-fatale degli anni ’90

Bellezza provocante, uno spietato cinismo e una seducente morbosità, la figura della femme-fatale o dark lady ha dominato quasi tutti i film noir degli anni Quaranta e Cinquanta. Nel ‘neo-noir’ del 1992, l’interpretazione di Sharon Stone per il personaggio di Catherine la fa diventare in breve tempo una delle più note dive di Hollywood. Con questo personaggio la Stone introduce nella storia del cinema la figura della donna fatale della postmodernità. Sempre cinica, accattivante, debitrice di quelle che hanno fatto la storia ma totalmente inserita nella realtà del presente.

“Catherine Tramell, diventa archetipo della nuova donna (letteralmente) fatale che offre il proprio sesso in cinemascope per attentare alla virilità di un maschio maschio schiavo del culto dell’io (quello reduce della Reaganomics).

Pier Maria Bocchi 

Arianna Panieri

seguici su Facebook, Instagram, Metropolitan Magazine