10 rookie e 10 sophomore si sono affrontati questa notte durante la 26esima edizione dell’NBA Rising Stars Challenge (la sesta da quando il format prevede che si scontrino una selezione americana e una con giocatori provenienti dal resto del mondo). Come l’anno scorso è stata la squadra americana ad avere la meglio, ma lo spettacolo non è sicuramente mancato. E neanche le sorprese, con Miles Bridges eletto miglior giocatore della partita.
Team USA – Team World 151-131
Young, Morant, Nunn, Williamson, Jackson Jr. i cinque iniziali per il Team USA, Doncic, Gilgeous-Alexander, Barrett, Hachimura, Clarke, quelli del Team World. Enorme talento (potenziale e non) trasudano le due squadre, con il Resto del mondo che nel primo quarto stacca subito la squadra americana e chiude i primi 10 minuti in vantaggio di nove punti. Il secondo quarto è giocato un po’ da tutti i giovani convocati e il punteggio è molto equilibrato; con il parziale di 42-41 dei secondi 10 minuti, il primo tempo si chiude con Team World in vantaggio di dieci lunghezze, grazie a un tiro da metà campo di Doncic sulla sirena che fa impazzire Trae Young.
Team USA rientra in campo dopo l’intervallo con brutte intenzioni: grazie soprattutto a Bridges, Sexton e Paschall gli statunitensi piazzano un parziale di 20 punti nella seconda metà nel terzo quarto e si portano in vantaggio nella partita. Nell’ultimo quarto straborda ancora l’attacco di Team USA, con ancora i tre di cui sopra che fanno da mattatori di un Team World ormai arreso. L’ultimo minuto anticipa un po’ la gara di schiacciate che vedremo questa notte. Punteggio finale 151-131 per la selezione a stelle e strisce, che trionfa per il secondo anno consecutivo all’NBA Rising Stars Challenge.
TEAM USA
Molto probabilmente la selezione con la dose di talento superiore tra le due, Team USA aveva a disposizione una squadra con cui poter raggiungere benissimo i playoff. A cominciare dal quintetto, che ha toccato il parquet per meno tempo delle riserve, con nemmeno 20 minuti giocati. Una delle stelle più splendenti è sicuramente Trae Young, che ha messo a 18 punti con 7 assist e quattro triple (alcune sparate, come sempre, dal logo). Non potevano mancare i riflettori puntati su Zion Williamson, che non ha segnato tanto (14 punti con 7/11 dal campo), ma ha saputo regalare momenti spettacolari, soprattutto insieme a chi è stato scelto dopo di lui al draft, Ja Morant (per conferma vedasi la serie di alley-oop/cioccolatini sull’asse Zion-Ja).
Sono state però le seconde linee le vere protagoniste del successo della squadra americana. Eric Paschall (23 punti), Collin Sexton (21 punti) e Miles Bridges (20 punti) sono stati gli artefici principali della rimonta su Team World e della conseguente vittoria. In particolar modo Miles Bridges, che insieme ai punti ha portato in dote tanto tanto spettacolo, con schiacciate da slam dunk contest – aveva partecipato lo scorso anno – e magie di non banale bellezza (qui per vedere le sue migliori giocate della notte). Alla fine, infatti, è stato proprio lui ad essere incoronato MVP della partita.
TEAM WORLD
Enorme talento per gli statunitensi, ma certo la selezione del resto del mondo non scherza affatto. Basterebbe forse solo Luka Doncic, e basterebbe solo dire che a 20 anni parteciperà all’All Star Game. Nella notte per lui 16 punti conditi da 5 assist e 4 triple; statistiche abbastanza simili a quelle di quel Young che tanto ha fatto divertire dopo il buzzer beater di fine primo tempo. Accanto al Wonderkid sloveno un trittico canadese che fa sognare Nick Nurse in vista delle Olimpiadi di quest’estate: RJ Barrett (top scorer della squadra con 27 punti accompagnati da 6 rimbalzi, 5 assist e 3 rubate), Brandon Clarke (22 punti) e Gilgeous-Alexander (16 punti).
Passando da un continente all’altro, chiude il quintetto il giapponese Rui Hachimura, improvvisato nel ruolo di centro (si tratta dell’NBA Rising Stars e va bene). Per lui, invece, sono stati 14 i punti, con 7 rimbalzi e 4 assist. È con panchina che il Team World ha risentito maggiormente le differenze con gli avversari. A parte Moritz Wagner (16 punti) l’apporto delle seconde linee degli extra-USA non è stato proprio eccezionale. In quattro insieme non hanno nemmeno 20 punti, complici sicuramente i 2/12 e 2/11 dal campo di Alexander-Walker e Mykhailiuk. Solo una tripla dall’angolo per Nicolò Melli che comunque ha vissuto, seppur non in grande stile, una bella e importante esperienza.
L’attenzione adesso si sposta a stanotte con l’All-Star Saturday Night, dove vedremo Skills Challenge, Three Point Contest e, soprattutto, Slam Dunk Contest.