“Il nostro caro Ernesto abita in questo bell’appartamentino nel quartiere Nomentano che sembra arredato da una vecchia. Tra i suoi scaffali troviamo volumi di Pirandello, Kafka, Hegel..”. Due uomini, lontani e diversi, avevano amato la stessa donna. Insegnano nello stesso liceo, e si incontrano ricordando ‘l’odio’ che ci fu tra loro. Tra vampate di passione che provavano entrambi. Stasera in tv “Beata ignoranza“: qualunque emozione interna è un sentimento, perché, “Non sentire nulla, ti illude di stare bene“.

Un professore d’italiano, l’austerità di altri tempi che sale in cattedra; Ernesto (Marco Giallini), ama trascorrere le ore sul divano a leggere, ed è contro ogni forma di comunicazione virtuale. Diavolerie moderne le chiama. Ne è prova il suo telefono cellulare, un Nokia del 1995, estinto sul mercato. Una fraterna amicizia lo legava a Filippo (Alessandro Gassman), insegnante di matematica, dalla mentalità aperta e perennemente ‘connesso’, anche in classe. Marianna (Carolina Crescentini) la donna che li fece litigare. Sarà la figlia di Ernesto, in realtà figlia naturale di Filippo, che girerà un documentario in cui i due finiranno per scambiarsi i ruoli. Il vetusto, si troverà costretto a immergersi nell’universo digitale, il progressista dovrà rimanere lontano dalla rete per qualche tempo, con l’aiuto di un gruppo di sostegno per la dipendenza online. Un terremoto nelle vite di entrambi, che porterà a rivedere le loro certezze.

Beata ignoranza, tu l’audience io l’aulico

La realtà deformata, che quasi sempre si proietta agli amanti degli schermi web, contro l’eroe serioso che ignora i tempi moderni, e li affronta con il vecchio e sempre valido, veterano, buon senso. E’ quello che vedremo nel film del 2017 diretto da Massimiliano Bruno, “Beata ignoranza“, stasera in tv. La commedia si fa leggera, tra i diverbi in cui incappa Ernesto, estraneo alla ‘socialità via cavo’: “Amo Crotone, e un tifoso del Catanzaro mi ha detto ‘ti strappo le braccia’, ma perché?, e poi a Catanzaro c’è una squadra di calcio?“. Bisogna cercare la forza comica del film nell’impacciato protagonista, un intellettuale ma derelitto da ogni piattaforma. Giallini iniziò i suoi ruoli comici proprio con Verdone. Non ha più smesso. Capace di far ridere nella sua immobile serietà. “Siamo in guerra“, dichiarerà difronte il mondo sconosciuto delle password, delle visualizzazioni, dei tag. Il citofono e il flipper i suoi ultimi congegni presi in mano.

Il volto un po’ segnato da rughe che non dispiacciono, il fisico allenato da sport, ma in cui prevale la grazia. La stessa di cui papà Vittorio fu fiero maestro. Alessandro Gassman avrà una sorta di ‘appuntamento con se stesso’ per depurarsi dalle omologazioni di internet. Ne riconoscerà il beneficio: “Altro che le serie americane che mi sparavo sul divano! Mi sento meglio. E’ come se mi fossi ricordato qualcosa di me che avevo completamente messo da parte. La vita quando non è mediata da tutto quel rumore, da quelle informazioni, ha una poesia profonda, semplice“. Il regista tenta il pubblico, con il tema accattivante della tecnologia e dell’attrazione dei social. Ricopiando “Perfetti sconosciuti“. Ma ci sono delle trovate terribili, come la ‘prof. porno’. Resta il dilemma, meglio integrarsi completamente e a tutti i costi? O conservare una sorta di primordiale, ‘caprino’, rozzo, anticonformismo?

Federica De Candia. Seguiteci su MMI e Metropolitan Cinema.