Dopo anni passati in Serie A e al vertice della Serie B, l’incantesimo della Strega si è bruscamente spezzato rivelando il volto più oscuro dei campani. Al termine di un campionato disastroso e senza alcun acuto positivo, il Benevento Calcio torna in Serie C. Un verdetto che si attendeva, stancamente, ormai da qualche settimana, ma che a inizio stagione appariva essere inverosimile. Un cataclisma sportivo che si è abbattuto in modo inaspettato sul club giallorosso campano che tornerà in Lega Pro per la prima volta dalla stagione 2015/16, quella che decretò la storica promozione in cadetteria e il successivo doppio salto in massima serie. Tempi belli, tempi che oggi appaiono estremamente lontani e onirici.
Benevento in Serie C: una stagione disastrosa per i giallorossi campani

No, non è stata una stagione da incorniciare per il Benevento Calcio che è apparso in completa confusione dall’inizio del campionato cadetto. Otto anni divisi tra Serie A e Serie B svaniti oggi con il ritorno nei lidi che la società beneventina conosce a menadito: la Serie C. La scure della retrocessione, attesa e inflessibile, è calata ufficialmente in questo penultimo appuntamento al termine di un torneo vissute sempre al di sotto delle proprie possibilità: pochissime, infatti, le appena sette vittorie in questa B così aspra che ha regalato sedici sconfitte e quattordici pareggi. Non è basta, infatti, la vittoria contro il Modena.
Troppi, invece, gli allenatori cambiati in questa annata tremenda per i colori giallorossi: il campionato era stato iniziato da Fabio Caserta, poi esonerato al termine della sesta giornata. Al suo posto era giunto Fabio Cannavaro rimasto in sella fino alle ventitreesima giornata del torneo attualmente in corso di svolgimento. Successivamente era arrivato Roberto Stellone che ha alzato bandiera bianca, dimettendosi, al termine della trentaduesima giornata. Con Andrea Agostinelli, il meno colpevole, è giunta la retrocessione ufficiale.
Le parole di Oreste Vigorito di una settimana fa a OttoPagine
“Voglio dire ai tifosi che non è un atto di consolazione, ma il sottoscritto solo oggi alza bandiera bianca dopo 17 anni. Devo accettare che non siamo riusciti a fare ciò che volevamo. Il mio pensiero va a tutta la tifoseria giallorossa che in un campionato ha visto svanire 17 anni di sacrifici che ha condiviso con me. In questo momento mi fa solo pensare che ho tolto il sorriso a qualcuno e anche a me stesso. Il calcio è una parte della mia vita. Una volta dissi di non ammainare le bandiere. I colori giallorossi sono i colori del mio calcio, purtroppo qualche volta svaniscono, restano i ricordi. Mi auguro che in questa amarezza che colpisce tutti, qualcuno faccia l’analisi del propri errori, a partire da me. Il colpevole è il Benevento Calcio, società guidata dal sottoscritto con una serie di addetti ai lavori che, mi auguro, abbiano fatto il massimo per non arrivare a questa giornata. È il momento di stringere le bandiere e conservarle. Chiudiamo gli occhi e pensiamo a tutte le volte che siamo stati insieme nella gioia e proviamo a stare insieme anche nel dolore. È un dolore che condividiamo e che mi auguro che voi condividiate con me. Mi assumo le mie responsabilità. Non gioco, ma sono io che li mando in campo, quindi sono responsabile come loro. Futuro? L’unica parola che mi sento di dire è che domani è un altro giorno. I tifosi storici hanno la corazza per potersi riprendere. Ero fiero per i giovani che avevano smesso le maglie delle grandi squadre per tenere quella del Benevento. Spero che abbiano il coraggio di tenerla incollata sulle proprie spalle. Sono abituato a essere sconfitto, ma anche a riprendermi. Un uomo è forte perché si riprende. Sono profondamente amareggiato per la mia tifoseria e per la città, alle quali sono legato. Questi 17 anni non torneranno più. Domani non so cosa succederà, non è un modo di dire per far preoccupare la gente. Chiedermi del futuro è troppo presto. I tifosi pensano che senza Vigorito non ci può essere calcio. Se questo è vero, allora tutta la città deve interrogarsi. In questo percorso abbiamo perso degli amici e immaginare di non offrire uno spettacolo a chi è lassù è difficile. Sono persone che ritrovavo nel campo quando passeggiavo da solo sul campo verde. So che li ritroverò, spero che loro possano ritrovare me che è la cosa più difficile. La parola ‘insieme’ ha portato la gente di Benevento a offrire oltre 8mila abbonati, quindi significa che si sta stare insieme. Chi non c’è stato deve farsi una domanda. Noi siamo retrocessi quando è iniziato questo campionato, ma quando c’è stata l’indifferenza di molte componenti che non ne hanno capito l’importanza. Siamo stati insieme ai tifosi che anche oggi erano qui con noi. Mi dispiace molto“.
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