Benicio Del Toro: i 5 ruoli indimenticabili

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Di Redazione Metropolitan

Il pluripremiato Benicio Del Toro compie gli anni e noi lo ricordiamo con cinque dei suoi ruoli migliori.

Profondità latina

Benicio Del Toro si può considerare un’icona del cinema degli anni ’90 e 2000 tanto quanto i suoi colleghi Brad Pitt e Johnny Depp. Appartiene a quella generazione che ha dato nuovo slancio al cinema, grazie a produzioni coraggiose e registi che hanno saputo osare e sperimentare. È questo il caso di Steven Soderbergh, Alejandro Gonzáles Iñarritu, Terry Gilliam, Guy Ritchie, con cui Benicio Del Toro ha dato il meglio di sé in film passati alla storia.

Il suo è un volto dall’estrema profondità. Fosse anche solo per lo sguardo, che sembra penetrarci nell’anima. Questo, unito alla sua origine latina, gli ha permesso di impersonare ruoli ambigui, sempre sull’orlo del baratro. Solo ultimamente, grazie alla sua partecipazione a Guardiani della Galassia e Star Wars, ha “alleggerito” il tiro con personaggi sì enigmatici ma sicuramente più lievi.

Vediamo allora quali sono secondo noi le sue 5 migliori interpretazioni.

Traffic (Soderbergh, 2000)

Benicio Del Toro - Web
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Tra gli Stati Uniti e il Messico tre storie si intrecciano, tutte con un’unica cosa in comune: la droga. Il film è vincitore di quattro premi Oscar, di cui uno come miglior attore non protagonista proprio a Benicio Del Toro. L’attore portoricano interpreta Javier Rodriguez, un onesto poliziotto messicano che tenta di arrestare i corrieri della droga e debellare il cartello di Tijuana. Sul filo di un invisibile rasoio, Rodriguez riesce a far incriminare un generale corrotto agendo in un pericoloso gioco di equilibri.

Benicio Del Toro grazie a questa interpretazione, oltre al già citato Oscar, vinse un Golden Globe, un BAFTA, l’Orso d’Argento a Berlino imponendosi prepotentemente come uno dei migliori attori in circolazione.

21 grammi (Iñarritu, 2003)

Benicio Del Toro - web
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Di nuovo tre storie che si incrociano in quello che è uno dei film più emotivamente coinvolgenti degli ultimi decenni. Una storia di agonia e rinascita che affronta trasversalmente i temi del destino e del libero arbitrio, ponendosi interrogativi religioso-filosofici.

Jack Jordan (Benicio Del Toro) è un ex detenuto con difficoltà nel trovare lavoro a causa proprio dei suoi trascorsi in carcere. È divenuto, inoltre, un credente integralista e fanatico. Paul Rivers (Sean Penn) è un matematico in attesa di un trapianto di cuore, unica possibilità di salvezza per lui. Cristina (Naomi Watts) è un’ex tossicodipendente che ora vive tranquilla con la sua famiglia. Le vite dei tre si incroceranno nel peggiore dei modi immaginabili creando un triangolo di sofferenza e colpa.

Paura e delirio a Las Vegas (Gilliam, 1998)

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Johnny Depp, Tobey Maguire e Benicio Del Toro in una scena del film – Immagine dal Web

Passiamo a qualcosa di più leggero! Terzo film in classifica che condivide con i primi due sempre il tema della droga, declinato questa volta in un modo pazzamente visionario. Il film dell’ex Monty Python Terry Gilliam divise la critica e il pubblico per il suo essere così totalmente fuori dagli schemi. Flop al botteghino, vede una delle migliori interpretazioni di Benicio Del Toro, mai più così divertente, che non si lascia oscurare dal clamoroso Johnny Depp.

Il giornalista Raoul Duke (Depp) e il suo amico e avvocato samoano Dr. Gonzo (Del Toro) affrontano un viaggio on the road fino a Las Vegas per seguire la gara motociclistica che ogni anno si tiene nel deserto del Nevada. Il viaggio si trasformerà ben presto in un trip a base di droghe di ogni tipo, dalla marijuana agli acidi fino all’etere. I due si lasciano andare a eccessi sfrenati e noi assistiamo ai loro deliri in prima persona grazie a distorsioni registiche assolutamente perfette.

I soliti sospetti (Singer, 1995)

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I soliti sospetti – Immagine dal Web

Il cult di Bryan Singer con un Kevin Spacey in stato di grazia è per tutti gli appassionati della settima arte un capolavoro. L’intreccio narrativo è talmente perfetto da mantenere sospesi e trepidanti fino alla fine.

“La beffa più grande che il diavolo abbia mai fatto è stato convincere il mondo che lui non esiste. E come niente…sparisce”

Ma Kevin Spacey è circondato in questo film da un cast stellare: Gabriel Byrne, Chazz Palminteri, Kevin Pollack, Pete Postlethwaite, Stephen Baldwin. E ovviamente Benicio Del Toro. Quest’ultimo interpreta il ricettatore Fenster che, insieme ad altri quattro criminali, viene incastrato dal misterioso Kayser Söze, di cui nessuno conosce le sembianze. Tutti loro hanno in qualche modo pestato i piedi a Söze che ora li costringe a compiere un colpo al quale non si possono rifiutare.

Sicario (Villeneuve, 2015)

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Torniamo a tempi più recenti con Sicario di Denis Villeneuve, che ha visto tornare in auge il nostro amato Benicio del Toro dopo un calo durato qualche anno. Di nuovo la droga fa da sfondo alle vicende che si concentrano sulla violenza del narcotraffico e sul regolamento di conti.

Alejandro (Del Toro) è un killer mercenario colombiano che ha un solo obiettivo e fa di tutto per raggiungerlo, lavorando contemporaneamente per l’FBI. Gli fa da contraltare il leader della task force creata per combattere il cartello messicano: il cinico Matt (Josh Brolin). Nel mezzo, Emily Blunt nei panni dell’esperta di rapimenti Kate. Del Toro torna di nuovo a confrontarsi con il mondo della droga, questa volta nel modo più spietato. Il suo volto segnato e ambiguo è perfetto per delineare il misterioso e spietato Alejandro, dai metodi alquanto discutibili.

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