Berlusconi e il gran rifiuto: ma il no al Colle arriva “in contumacia”

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Di Redazione Metropolitan

Dopo quello di Celestino V e Benedetto XVI arriva un altro grande rifiuto: quello di Silvio Berlusconi al Quirinale. Il fondatore di Mediaset, infatti, dopo aver ringraziato chi lo ha supportato e ribadito di aver servito il Paese ha dichiarato di rinunciare al Quirinale.

Arriva tuttavia un monito, almeno per ora: Mario Draghi deve restare a Palazzo Chigi. L’imprenditore rinuncia ad apparire al vertice della coalizione. Così, rispondendo al dilemma morettiano “Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?”, Berlusconi decide di rimanere ad Arcore. Così, dopo soli sette giorni, naufraga la proposta del centrodestra.

Zoom e le dimissioni in contumacia

L’imprenditore più mediatico della seconda repubblica diserta un incontro che in tanti avevano atteso, quello della sua area politica. I vertici del centro destra hanno infatti dovuto trasformare in zona cesarini l’evento in una riunione via Zoom a cui Berlusconi non ha partecipato. Il passo di lato è arrivato infatti con una nota letta dalla fidatissima senatrice FDI Licia Ronzulli. «Ho deciso – segnala il passaggio clou della nota – di compiere un altro passo sulla strada della responsabilità nazionale, chiedendo a quanti lo hanno proposto di rinunciare a indicare il mio nome per la presidenza della Repubblica». Tuttavia non apparire non significa rinunciare a dettare la linea della coalizione. Scrive infatti: «Considero necessario che il governo Draghi completi la sua opera fino alla fine della legislatura per dare attuazione al PNRR».

Il Quirinale secondo Berlusconi

Nella nota, il fondatore di Fininvest, non rinuncia nemmeno a pronunciarsi sulla partita in corso per il Quirinale. «Faremo una proposta condivisa del centrodestra all’altezza in grado di avere il massimo consenso possibile» rende quindi noto tramite Ronzulli. Fa eco Matteo Salvini: «Scelta decisiva e fondamentale, Berlusconi rende un grande servizio all’Italia e al centrodestra». «Berlusconi rende un grande servizio all’Italia e al Centrodestra, che ora avrà l’onore e la responsabilità di avanzare le sue proposte senza più veti dalla sinistra» afferma infatti il leader della Lega. Secondo fonti vicine al Carroccio, Salvini, subito dopo il vertice, avrebbe contattato i segretari degli altri partiti per confermare quanto emerso durante la riunione. Dopo il passo di lato di Silvio Berlusconi, Salvini avrebbe inoltre commentato che «il centrodestra lavora a una rosa di nomi, tutti di altro profilo.

FDI: nessun diritto di prelazione sul nome di Draghi

Una nota di Fratelli d’Italia smentirebbe le indiscrezioni emerse dal vertice intorno al nome dell’ex di BdI. «La questione di Mario Draghi al Quirinale, sulla quale non abbiamo espresso alcun giudizio, non è stata posta e sarebbe semmai problema che possono avere le forze che partecipano al suo governo». «Il centro destra – prosegue la nota – non è maggioranza e non ha quindi diritto di prelazione sul Quirinale». Adesso è quindi il momento dell’accordo su un nome condiviso. Il capo di M5S Giuseppe Conte rincara la dose, tweettando: «Avevamo affermato in modo chiaro: la candidatura di Silvio Berlusconi era irricevibile. Con il suo ritiro facciamo un passo avanti e cominciamo un serio confronto tra le forze politiche per offrire al Paese una figura di alto profilo, autorevole, ampiamente condivisa». D’altro canto Lorenzo Cesa, segretario dell’UDC commenta: «Con il suo gesto Berlusconi testimonia con generosità e profondo senso dello Stato la sua statura di uomo delle istituzioni ed è un sentimento di gratitudine condiviso da tutto il Centrodestra. Siamo fiduciosi che anche gli altri schieramenti mostreranno altrettanta responsabilità istituzionale».

Il mistero dei numeri di Berlusconi

Silvio Berlusconi dice di essersi ritirato dalla corsa alla presidenza della Repubblica, nonostante avesse “verificato l’esistenza di numeri sufficienti per l’elezione”. Ovviamente non potrà mai esserci la controprova, visto che l’uomo di Arcore ha deciso di arrendersi. Secondo alcuni giornali, tra cui quelli de “Il Fatto quotidiano”, sembrerebbe però abbastanza improbabile che, dopo mesi di trattative, Berlusconi abbia rinunciato al sogno del Colle pur avendo i voti. La riunione con Salvini e Meloni è stata rinviata di tre ore, visto che nel frattempo Berlusconi ha visto i ministri di Forza Italia. Nessuno, dicono i berlusconiani, gli ha chiesto di ritirarsi. Ma qualcuno ha fatto notare che i numeri per l’elezione al Colle non c’erano. Ecco perché Berlusconi si è arreso. Tuttavia, sostiene di essersi tirato indietro a seguito di una riflessione compiuta “ponendo sempre l’interesse collettivo al di sopra di qualsiasi considerazione personale” e compiendo “un altro passo sulla strada della responsabilità nazionale, chiedendo a quanti lo hanno proposto di rinunciare ad indica

di Serena Reda