Betty Friedan, attivista femminista, ha pubblicato diversi saggi fondamentali per le teorie femministe degli anni Sessanta e Settanta. Tra le fondatrici della National Organization of Women (NOW), si è battuta per avere delle leggi sull’aborto, sul lavoro femminile ed altri provvedimenti per i diritti delle donne.
“Happy housewife”
Nel 1955 la rivista Housekeeping Monthly uscì con in allegato “La guida della buona moglie”. La guida era un elenco di azioni da perfetta casalinga e donna, tutte incentrate sul bisogno del marito. Tra le quali:
- Smetti di occuparti delle faccende domestiche almeno 15 minuti prima del suo ritorno a casa per sistemarti, indossare qualcosa di pulito, ritoccare il trucco e mettere un fiocco nei capelli;
- Anche se avrai tante cose da dirgli non farlo al suo arrivo perché non è il momento giusto. Aspetta che sia lui ad iniziare e ricorda sempre che i suoi argomenti sono più importanti dei tuoi;
- Non fare domande sulle sue azioni e non controbattere i suoi giudizi. Lui è il padrone della casa e per questo motivo eserciterà la sua volontà con correttezza, ricordalo sempre.
Il resto delle linee guida alla perfetta moglie sottomessa le trovate su Donna Web Magazine.
L’immaginario americano degli anni Cinquanta proponeva un modello di donna fedele alla casa, alla tradizione, al marito. Caratteristiche che ancora oggi sono apprezzate e alle volte rimpiante. Alena Kate Pettitt ha lasciato il lavoro per aprire un’Accademia “per celebrare i lavori domestici, le buone maniere e la vita famigliare” (cito testualmente). La scuola si propone di vivere una vita semplice e libera dalle pressione dei nostri giorni.
Betty Friedan autrice de “La mistica della femminilità”:
La casalinga sorridente, la moglie perfetta, la regina della casa erano messaggi indirizzati a un pubblico femminile giovane, con l’intento di creare l’illusione di una vita agiata e facile, nella quale alla donna spettavano compiti minori, più “leggeri” come crescere bambini, soddisfare il marito e pulire la casa. Da questo scenario di azzeramento di ambizioni personali emerge Betty Friedan, che nel 1963 pubblica La mistica della femminilità. Friedan scrive:
Con la fine della guerra le donne furono invitate a mettersi da parte e a lasciare i settori nei quali avevano lavorato in sostituzione degli uomini in guerra o per soddisfare regimi straordinari di produzione. Si potrebbe descrivere la situazione vissute nei 15 anni seguenti, quelli vissuti dalla stessa Betty Friedan, con il principio della rana bollita, descritto da Noam Chomsky.
“Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa. L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita. Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone.” (Tratto dal libro “Media e Potere” di Noam Chomsky)
Un principio che Chomsky descrive come tecnica di manipolazione di massa tramite la retorica del “benessere”. Per le donne che avevano perso il lavoro dopo il rientro dei soldati dalla guerra, la spinta a rientrare in casa è stata sicuramente addolcita dall’avvento degli elettrodomestici.
Troppa istruzione metteva a rischio il matrimonio
Lo stile di vita della casalinga americana così promosso portò a un effettivo cambiamento: la media del matrimonio era scesa a 20 anni e continuava a scendere. L’abbandono scolastico (il 60% delle donne) da una parte e il minor numero di iscrizioni, portò il dato di donne al college al 35%, addirittura più basso del dato del 1920 (47%).
“Dalla voce della tradizione e da quella degli ambienti freudiani le donne […] appresero che le donne veramente femminili non desiderano perseguire una professione, ricevere un’istruzione superiore, esercitare i loro diritti politici: che cioè non desiderano quell’indipendenza e quelle prospettive per cui le femministe d’altri tempi avevano combattuto“, scrive Friedan.
I malesseri psicofisici della “happy housewife”
La casalinga perfetta tanto perfetta non lo era. Dopo anni di matrimonio Betty Friedan si accorge di qualcosa e lo mette nero su bianco. Raccoglie testimonianze e dichiarazioni da molte donne sposate, a partire dalle sue ex compagne di classe, per analizzare la causa della depressione femminile. Stanche, anoressiche e con disturbi nevrotici, le donne erano solamente infelici della loro condizione, dice Friedan.
Un male senza nome, un problema inespresso, un senso di incompletezza che “non possiamo più ignorare – scrive Betty Friedan – Voglio qualcosa di più del marito, dei figli e della casa“.
Betty Friedan e la conquista dei diritti civili delle donne
Nel 1966 fondò, insieme a Pauli Murray e Aileen Hernandez, il National Organization for Women (NOW). Friedan scrisse la dichiarazione di intenti: “…portare le donne nella piena partecipazione alla corrente principale della società americana ora, esercitandone tutti i privilegi e le responsabilità in una partnership veramente paritaria con gli uomini“.
L’organizzazione si mobilitò contro le pubblicità che rappresentavano un modello di donna solamente femminile e al servizio dell’uomo, cercò di aumentare la presenza in politica delle donne e legalizzare l’aborto. Promotrice del Women’s Strike for Equality del 26 agosto 1970 e nel 1977 lavorò per la ratifica dell’Equal Rights Amendment alla Costituzione americana.
Critiche a una teoria troppo ristretta
Non mancarono le critiche, dopotutto il saggio “La mistica della femminilità” è ritenuto uno dei testi più influenti dello scorso secolo e come tale ha attirato diversi tipi di critiche e analisi. La donna analizzata da Friedan era bianca, apparteneva alla classe media, era istruita ed eterosessuale. Una ricerca ristretta e allo stesso tempo troppo distante dalle istante delle militanti afro-americane, dalle femministe più giovani e lesbiche. Nonostante le critiche Betty Friedan ha continuato a perseguire l’obiettivo di allargare i diritti delle donne e di cooperare con gli uomini per raggiungere la pari dignità.
Di seguito il video di Non Una di Meno Milano su Betty Friedan.
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Articolo di Giorgia Bonamoneta.