Biomutant, recensione: l’apocalisse furry raggiunge la next gen

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Di Angelo Roberto Di Mauro

Biomutant, sviluppato da Experiment 101 e pubblicato da THQ Nordic, approda sulle console di nuova generazione, applicando dei miglioramenti netti al titolo rilasciato per la prima volta nel 2021 su PS4, Xbox One e Windows. Abbiamo già parlato di Biomutant in questa recensione, quindi non preoccupatevi: parleremo sì del gioco, ma parleremo principalmente delle migliorie e modifiche dalla versione Old Gen alla Next Gen.

Biomutant, recensione: un titolo che si è fatto attendere

L’attesa per Biomutant è durata tantissimo, quasi quattro interminabili anni. Certo, ci sono titoli che si sono fatti attendere per ben più tempo, basti pensare a titoli come  Kingdom Hearts III, per rimanere in casa Square Enix, o per fare un esempio più recente Cyberpunk 2077.

Experiment 101 è al suo debutto nello sviluppo di un gioco, questo non vuol dire che lo studio sia formato da sprovveduti, anzi! Gli sviluppatori coinvolti nel progetto sono ex-membri di Avalanche Studios, autori di titoli delle serie come Just Cause, Mad Max e Rage 2, quindi non proprio dei novellini. Il punto è che per quanto un team di appena venti persone possa contare dei membri talentuosi tra le sua fila rimane quello: un team da venti persone… che per giunta si pone l’obiettivo di sfornare uno degli open world più ambiziosi degli ultimi anni!

Mutazioni animali in una Terra desolata

Biomutant è una grande dichiarazione d’amore al mondo, alla natura, alla biodiversità, e un’accusa a tutto il male che l’uomo sta causando al pianeta. In un futuro non ben definito, l’umanità è ormai un lontano ricordo. Le specie animali si sono invece evolute, ne sono nate di nuove, e alcune di quelle che già conosciamo sono mutate fino a diventare dei surrogati del nostro passato. 

Veniamo fin da subito catapultati nel mondo con una cinematic mozzafiato, che vede il protagonista lottare contro la sua nemesi Lupa-Lupin. L’energia di questo filmato viene smorzata dal cambio scena che ci porta davanti all’editor del personaggio che, una volta creato, rivivrà la stessa situazione di lotta.

In questo editor potremmo scegliere la nostra specie, la nostra classe e le nostre abilità… ma non sarà così semplice: Prima di curare la pura estetica infatti, dovremo compiere un percorso di personalizzazione e scelta della razza, delle statistiche e della classe con cui decideremo di muovere i primi passi nel mondo di gioco. Ogni minima scelta compiuta modificherà la struttura del nostro avatar: un personaggio che punta su poteri psichici vedrà la sua calotta cranica essere più ingrandita per contenere più materia grigia, uno che punta sull’agilità diventerà più slanciato al crescere della statistica in questione, uno che invece decide di sfruttare semplicemente la sua forza bruta risulterà più massiccio e pompato anche visivamente.

Biomutant, recensione: arriva la fine…di tutto

Se la grande apocalisse provocata a suo tempo dalle pratiche sconsiderate della Toxanol Corporation ha portato alla nascita del cosiddetto “Nuovomondo” e delle creature mutanti che oggi lo popolano, una nuova piaga ne sta devastando le terre, accelerando la morte del gigantesco Albero della Vita: i Mangiamondo, mostruosi esseri comparsi alla Fine dei Tempi, che vivono in prossimità delle radici dell’albero. La trama sarà stratificata in tre filoni narrativi distinti, che si intrecceranno l’un l’altro: la classica missione solitaria per salvare il mondo, la divisione delle sei tribù diverse e il passato del nostro protagonista. La storia della divisione dei clan rappresenta la parte della “morale” del nostro personaggio, decideremo se risparmiare un capo tribù e farlo unire alla nostra causa, o ucciderlo per sterminare la sua razza una volta per tutte. 

Le nostre scelte decideranno il destino di questo mondo…più o meno

L’evoluzione della campagna dipenderà dalle scelte compiute di volta in volta. Potremmo allearci con una delle tribù che controllano i territori che accerchiano l’Albero della Vita, e seguire i loro ideali…perché si, ogni tribù ha degli ideali e obiettivi differenti, quindi secondo la nostra morale potremmo decidere se unirsi ai bellicosi Jagni che puntano ad annientare i popoli rivali e lasciare che i Mangiamondo distruggano l’albero secolare, o i Miriadi, che vogliono l’esatto opposto e creare un’alleanza duratura. 

Per quanto riguarda le scelte, avremmo due piccoli esserini, che sembrano dei piccoli “Ori” rappresentanti la Luce e l’Oscurità. Ogni piccolo gesto e dialogo con dei bivi, può muovere la bilancia verso una direzione o l’altra. Peccato soltanto che nonostante scegliamo l’oscura malvagità o la purezza, non influenzerà l’andamento della trama. Seppur con le dovute eccezioni, tantissime decisioni intraprese possono essere sovrascritte in ogni momento, tant’è che nel pieno della guerra per l’unificazione o la sottomissione dei popoli il giocatore ha addirittura la facoltà di cambiare improvvisamente schieramento e rimescolare così le carte in tavola.

Biomutant, recensione: I generi misti tra RPG, avventura e combattimenti…

Come già anticipato, la creazione del nostro avatar digitale passerà sia per una fase puramente estetica che per una parametrica. Ed è già da queste prime battute che si può notare la minuzia ruolistica riposta nel titolo: potremo infatti scegliere di assegnare alcuni punti potenziamento per personalizzare il personaggio e renderlo più adatto allo stile che desideriamo adottare, si tratterà di parametri classici come Salute, Forza e Agilità, ma naturalmente troverà spazio anche il Carisma (utile per persuadere i nemici nelle situazioni spinose con le parole più che coi muscoli), senza dimenticare che anche il nostro Ki potrà aumentare, così da renderci dei “maghi” nell’utilizzo di Poteri Psi e Mutazioni (una sorta di barra del Vigore). 

Ka-Pow, Wamb e altri suoni da combattimento vari

Lo stile di combattimento è frenetico e vivace. La semplice esplorazione del mondo di gioco e le varie missioni verranno scandite da scontri pirotecnici contro gruppi di nemici che saranno resi estremamente interessanti dalla nostra pressoché totale libertà d’azione. Inizialmente saremo limitati da scontri ravvicinati, ma andando avanti le possibilità a nostra disposizione spazieranno dall’uso delle Abilità e Attacchi Speciali al combattimento di vario tipo: a mani nude, all’arma bianca e con le armi a distanza, con la possibilità di cambiare arma in qualsiasi momento grazie a un apposito menù radiale. Inoltre potremo apprendere le tecniche del “Wung-Fu” che ci consentiranno ulteriori prodezze ricorrendo a un buon numero di combo, sia nel corpo a corpo che negli attacchi a distanza.

Le zone e i biomi di Biomutant sono variegati

Nel corso della nostre esplorazioni troveremo zone “tossiche” in cui potremmo trovare bottini interessanti. Ognuna di queste zone hanno una percentuale che aumenterà e ci provocherà del danno. Se questa percentuale raggiunge il 100% potrebbe essere fatale per il nostro amico pelosetto. Per resistere a queste zone avremmo bisogno di aumentare la resistenza ai vari elementi, o in alternativa, trovare delle tute/armature in grado di renderci immuni al danno. 

 zone ipossiche, delle zone dove riceverai danni più a lungo ci starai, e considerando che alcune missioni ti costringeranno a percorrerle, sarà molto utile sapere come sopravvivere al loro interno. Zone bio contaminate e zone di calore, dove avremmo bisogno delle tute adatte che ci rendono immuni al danno progressivo che riceveremo.

Grafica e realizzazione tecnica rilassante

L’Unreal Engine 4 si conferma affidabile e funzionale. I dettagli su Biomutant sono molto scenografici e artistici, con ambienti e biomi variegati. Nella versione PC l’assenza di effetti pop-in anche se, saltuariamente, abbiamo riscontrato qualche incertezza all’ingresso di zone nuove e durante certe corse forsennate. Il gioco è comunque molto scalabile.

Il ciclo giorno/notte e gli eventi meteorologici sono assai ben realizzati.

Biomutant, recensione: Il doppiaggio e le musiche rilassanti, ma il narratore..

…a volte è petulante e sconclusionato. Adesso vi spiego: la narrazione della lore può essere amata e odiata. Personalmente mi piace il fatto che i dialoghi dei personaggi siano semplicemente versi animaleschi che il narratore farà da interprete per noi.

Immaginate quella sensazione di racconto fiabesco e onirico da quel tocco di relax mentre ammirate i paesaggi, le creature di Biomutant che conducono la loro vita, le tribù che combattono… e poi dal nulla, il narratore torna in vita dicendo frasi come “Meglio un sole opaco di una notte eterna”, “Questa non sarà un’escursioncina. Si fa sul serio”, “è la fine…di tutto” e così via. Questo spezza altamente la magia creata dall’atmosfera. Proprio il narratore dell’intera campagna si rivelerà talmente invadente e ripetitivo anche nelle fasi più rilassate che a un certo punto il gioco stesso ci chiederà se vogliamo rimuovere le sue interazioni vocali casuali.

Nulla da criticare alla mitica voce del doppiatore, nientepopodimeno che Gianni Quillico, voce storica dell’Uomo Ragno del 1967 o di Mr Freeze nella serie di videogiochi Arkham.

Altra chicca di doppiaggio va alla mitica Emanuela Pacotto, la Bulma e Nami più amata della storia, che interpreta la parte buona degli spiriti (la Luce); la parte Oscura invece è doppiata dal grande Massimiliano Lotti, voce di Xerath su League of Legends o, per citare opere più recenti, Norman Osborn su Marvel’s Spider Man.

Le musiche sono molto incentrate sullo stile orientale, e purtroppo pecca per originalità. Nelle fasi più tese e concitate, note rilassanti accompagnano frangenti molto frenetici, spezzando l’azione del momento. E mentre ci rilassiamo nell’esplorazione, il gioco interrompe bruscamente la musica se ci addentriamo in una nuova area.

Biomutant, recensione: In Conclusione

Biomutant non rimarrà certo nella storia degli RPG ma resta un prodotto onesto, curato e riuscito. A fronte di alcune ingenuità e criticità, fornisce un gran numero di ore di spensierato divertimento. Le migliorie nella versione PS5 ci sono, soprattutto a livello di grafica. Però ancora i caricamenti sono lentini, ma parliamo sempre del caricamento di un mondo immenso come quello del Mondo Che Fu. Artisticamente il mondo è vasto, diversificato e quasi mai uguale. 

BIOMUTANT|TESTATO SU PS5

  • Mondo di gioco splendido
  • Doppiaggio spettacolare e conosciuto
  • Mondo ben interconnesso…
  • …ma caricamenti ancora legati alla old gen
  • Narrativamente modesto
  • Tutorial iniziale lungo e invasivo

VOTO:7.5

Angelo Roberto Di Mauro

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