Continuano le proteste contro il golpe in Birmania. Secondo l’Onu, trentotto le vittime nella sola giornata di mercoledì, per un totale di oltre cinquanta morti dall’inizio del colpo di stato, senza contare i feriti. Le Nazioni Unite hanno dichiarato che tra un anno ci saranno elezioni libere.

Golpe Birmania

Nella giornata di ieri la polizia ha sparato proiettili veri contro la folla nelle città di Monywa, Mandalay e Myingyan. Alta tensione anche nel nord di Yangon dove è stato interdetto l’accesso ai giornalisti. A causa del divieto di accesso per i media, il popolo birmano lancia appelli al mondo attraverso i social network, accusando gli agenti di terrorismo. Oltre alle vittime e ai feriti, il Myanmar deve fare i conti anche oltre 1300 arresti. Alcuni giornalisti locali sono detenuti, accusati di aver diffuso notizie false e di incitamento alla disubbidienza.

Vani gli appelli internazionali. Il generale golpista Min Aung Hlaing non intende né fermare le violenze, né liberare i politici attualmente in carcere.

Andrea Caucci Molara

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