Blade Trinity: serviva un altro sequel?

Foto dell'autore

Di Maria Paola Pizzonia

Blade Trinity è semplicemente un altro modo per dire Blade 3, il terzo capitolo di una saga che si stava saturando già col primo sequel.

Questo terzo capitolo della saga è successivo a due pellicole dirette da Stephen Torrington e Guillermo Del Toro. I film sono un agglomerato avvincente ambientazioni dark, botte da orbi tra malsani vampiri rivisitati in chiave futuristica, sequenze dense di arti marziali con estetiche cyberpunk. Interessante Wesley Snipes nel ruolo del carismatico Daywalker. In questo film qualcosa è cambiato. La regia è stata affidata allo sceneggiatore dei Blades, David S Goyer. Nonostante una divertente interpretazione di Parker Posey, il risultato è piuttosto anemico. L’ultima goccia di sangue è stata succhiata via da questo franchise alla fine dello scorso film. Ma questo Goyer, con il coproduttore Snipes non sembra averlo capito. In perfetto stile Blade, hanno un po’ vampirizzato la saga, dissanguandola.

Dove eravamo rimasti?

Sulla pellicola, si deve innanzitutto pensare che si tratta una continuazione dei film precedenti. I vampiri sono impegnati in una guerra per infettare l’umanità, e la speranza contro di loro è il potente combattente Blade: per metà umano e permetà vampiro (appunto, Wesley Snipes). È stato cresciuto fin dall’infanzia da Whistler (Kris Kristofferson), che ha riconosciuto la sua abilità unica di stare in mezzo ai due mondi, oltre ad essere un temibile guerriero.

Blade Trinity, la trama:


All’inizio del film la Vampire Nation e la sua leader Danica (interpretato da Parker Posey!) convincono l’FBI che Blade è il responsabile di degli efferati omicidi. Il Diurno Blade (chiamato così per la sua natura di “mezzosangue”) viene salvato dal suo mentore Whistler che si sacrifica per preservarne l’incolumità e l’identità segreta.

A questo punto per Blade è ora della vendetta, della rivalsa. Oltretutto Blade ora ha l’aiuto dei Nightstalkers (una giovane cellula di ammazza-vampiri dotata di armi tecnologicamente avanzate, i cui membri sono parte di una più ampia organizzazione per la lotta contro la minaccia incombente).

Blade Trinity e l’anemia narrativa in una sceneggiatura incentrata sui vampiri:

Da qui una lotta senza esclusione di colpi ha inizio, in cui Parker Poisey potrebbe tranquillamente rimanere la main villain. Purtroppo però questo non succede.
Invece, appare lo stesso Grande Conte dei Vampiri. Dracula viene trovato nientemeno che… in Iraq! Ci troviamo di fronte alla versione meno affascinante del Vampiro che sia stata mai prodotta. Ovviamente alla fine, non dopo una serie di intrighi e una drammatica battaglia finale, i buoni vincono. Durante il finale un Dracula morente dice a Blade che lui è l’unico vampiro degno di rappresentare la sua razza. Il complimento diventa una minaccia quando aggiunge che presto o tardi la sete avrà la meglio anche su di lui e che accetterà la sua natura di vampiro. Il finale comunque non è così banale, con un colpo di scena finale dal gusto molto sanguinolento.

Pareri:

Il film, come ogni sequel, ha una grande potenzialità visiva (ovviamente per gli appassionati del genere: altrimenti risulterà eccessiva e cupa come ogni capitolo della saga) e molte carenze nel resto. In questo specifico caso non tanto nella narrazione, che resiste strenuamente al tentativo di dissanguarla attuato dalla produzione, quanto più nella caratterizzazione dei personaggi. Ne esce fuori un film un po’ piatto, che può intrattenere senza pretese gli appassionati di storie di vampiri, di mondi futuristici e distopici, ma soprattutto i fedeli fan del tenebroso Blade. Perchè va detto, Blade è veramente un gran figo. Praticamente la cosa più bella della saga.

Blade – fonte : google

In ogni caso vanno notati dei buoni movimenti di camera, che rendono avvincente la visione del film e contribuiscono a renderlo un’opera di intrattenimento di genere. Stasera su Mediaset 20.

IL CINEMA DI METROPOLITAN MAGAZINE.

Per saperne di più su MMI seguici qui.
ANCHE SU
FACEBOOK
INSTAGRAM