La rubrica Hidden Place oggi è a Roma nella zona di Rebibbia dove c’è un piccolo e moderno Museo preistorico che ha richiamato l’attenzione della Street Art di Blu e del fumettista Zerocalcare.
Blu e Zerocalcare per il Museo di Casal dè Pazzi
Nel quartiere di Rebibbia a Roma un inaspettato ritrovamento negli anni ’80 del novecento di un sito pleistocenico si è rivelato nel tempo un catalizzatore artistico e culturale della zona. Infatti il sito è oggi un piccolo e moderno Museo preistorico, il Museo di Casal dè Pazzi. Il Museo ha poi richiamato l’attenzione della Street Art di Blu e del fumettista Zerocalcare. Infatti Zerocalcare, orgoglioso del ritrovamento archeologico nel suo quartiere, dedica nel 2011 una sua divertente striscia al sito dal titolo “Il Mammuth di Rebibbia“.

Museo in periferia
A Roma, nel quartiere Rebibbia, durante i lavori di urbanizzazione della zona di Casal dè Pazzi negli anni ’80 ci fu il ritrovamento di una zanna fossile di elefante. Il ritrovamento diede avvio ad una ricerca archeologica. Lo scavo interessò una superficie di oltre 1200 mq e portò alla scoperta di un vasto deposito pleistocenico datato 200.000 anni fa. Nel sito sulla riva destra dell’Aniene furono poi rinvenuti anche resti di industria litica oltre a zanne e ossa di Elephas. Complessivamente furono rinvenuti circa 2200 resti ossei e oltre 1700 strumenti litici.La specie più rappresentativa, diventata poi simbolo del sito, è l’Elephas-Palaeoloxodon antiquus. Secondo la cronologia accettata l’età del sito è quella in cui l’uomo di Neanderthal popolava l’Europa.

L’obiettivo del Museo di Casal de Pazzi è quello di diventare un punto di riferimento per il territorio. Un luogo per la formazione della coscienza civica della comunità. Quello che si vuole attivare con il museo è circolo virtuoso di riscatto per una zona fino ad ora conosciuta solo per ospitare il carcere e il capolinea della Metro B. Scopo quindi della valorizzazione è quello di condurre la comunità ad avviare azioni a favore del proprio territorio. Conoscere quindi il luogo per tutelarlo e valorizzarlo.
Storia della tutela del sito
Il sito pleistocenico di Casal de’ Pazzi è particolarmente importante per la conoscenza del popolamento umano del Pleistocene medio europeo. Anche se collocato nel mezzo del centro abitato è molto ben conservato. Il Museo permette di comprendere l’antico paesaggio nel territorio dove poi sorgerà l’antica Roma.

Lunga è la storia che ha portato alla costituzione del Museo. Nel 1986, al termine dello scavo, riuscirono ad essere conservati 300 dei 1200 mq scavati. Nel 1996 la sua valorizzazione fu affidata al Comune di Roma con l’obiettivo di realizzare un vero e proprio museo sul sito. I lavori per il completamento dell’edificio di copertura furono eseguiti nel 2000 e, nel 2001, il deposito, ormai protetto, venne restaurato. Nel 2007 fu realizzata una recinzione costruita una struttura in ferro e vetro a protezione dei ritrovamenti, grazie alla Soprintendenza Archeologica di Roma. Il sito archeologico è quindi diventato museo.
La visita al Museo di Casal Dè Pazzi
Il percorso comunicativo vuole essere strumento di conoscenza degli antichi modi di vita. E come ogni museo deve saper raccontare una storia, vuole essere un museo “narrativo”. Il percorso della visita inizia con due grandi pannelli posti ai lati dell’ingresso in cui sono rappresentate ricostruzioni dell’ambiente pleistocenico. Altri pannelli introducono alle tematiche generali. La storia dei ritrovamenti e una linea del tempo. L’itinerario di visita conduce poi ad una passerella che consente la vista del giacimento dall’alto per osservare il paesaggio “archeologico”, cioè i resti dello scavo. Poi con una proiezione di un filmato il visitatore viene portato ad immaginare come era il paesaggio che ora non c’è più. Infatti sulla parete collocata di fronte alla passerella appare una ricostruzione del paesaggio pleistocenico: il fiume, le piante, gli animali.
Il mammuth di Zerocalcare
La divertente striscia del famoso fumettista Zerocalcare sulla storia del Mammuth di Rebibbia è stata dedicata al museo, ed inizia così:
REBIBBIA E’ IL QUARTIERE DEL CARCERE E CAPOLINEA DELLA METRO B. E’ DIFFICILE CHE QUESTE CARATTERISTICHE FACCIANO COLPO SU UNA RAGAZZA. MA ANCHE NOI ABBIAMO UN FIORE ALL’ OCCHIELLO.
Sempre a distanza di qualche anno, nel 2014, Zerocalcare ha omaggiato il “suo” quartiere dipingendo un singolare “Mammuth” in un murale presso la stazione della metropolitana di Rebibbia. Il museo si è fatto così catalizzatore di attività artistiche e culturali.

La Street Art di BLU
Sempre nel 2014 il quartiere ha finanziato l’intervento del famoso street artist Blu. L’artista comprendendo l’importanza dei reperti preistorici rinvenuti in zona, realizza su un muro di un palazzo della zona una imponente spirale che racconta “l’evoluzione sulla Terra“. Sempre nelle vicinanze del Museo, sul muro di un altro palazzo Blu realizza anche un altro provocatorio murale dal titolo CAPITA..L. Assecondando l’interesse dimostrato dal quartiere per la street art il Museo finanzia in seguito un altro murale affidandolo allo street artist Jerico. Jerico dipinge sul muro di recinzione del sito archeologico un paesaggio che evoca l’ambiente ricostruito dagli archeologi, in una dissolvenza concettuale tra l’esterno e l’interno del museo che vuole ricucire il legame tra il contenuto del museo e il quartiere che lo custodisce.
Il caso del Museo di Casal de’ Pazzi a Rebibbia è un esempio di come un Museo può e deve avere una funzione non solo di conservazione, ma anche e soprattutto quella di strumento culturale attivo. Un legame tra il presente e il passato che contribuisce al riconoscimento dell’identità di una collettività e al suo riscatto sociale.