Sport

Bob Beamon e quel record olimpico di salto in lungo

Il 18 ottobre 1968 ai Giochi Olimpici di Città del Messico va in scena una giornata che diverrà letteralmente storia ed entrerà di diritto su tutti gli almanacchi sportivi: l’americano Bob Beamon stabilisce un primato del mondo destinato a durare oltre due decenni. Lo statunitense, infatti, vince il salto in lungo con la misura di 8.90 metri, superato da Mike Powell solamente nel 1991. A emozionare gli sportivi a stelle e strisce, però, ci fu anche il record di Lee Evans nei 400 piani che fu battuto soltanto nel 1988 da Henry Butch Reynolds. Due imprese sportive che sono rimaste, per molto tempo, l’asticella con le quali rapportarsi.

L’impresa di Bob Beamon che ha fatto la storia di questo sport

(Credit foto – pagina Facebook AdrianSprints.com)

Bob Beamon, un ragazzo newyorkese nato il 20 agosto 1946, si presenta in Messico con un personale di 8.33 con poco più di 22 anni alle spalle. Sono le 15.45 quando spicca quel salto destinato a rimanere a lungo ineguagliato. La partenza è perfetta e questo avvio riesce a dar corpo a un volo senza difetti visibili a occhio umano. Non ci sono cosiddetti strappi mentre l’atleta buca l’aria compiendo la sua poesia in movimento che penetra la gravità. L’atterraggio è quasi irreale, come se lo sportivo avesse retratto le sua ali al momento giusto, come un falco pellegrino in picchiata verso la preda. Il giudice incaricato non crede minimamente ai suoi occhi.

Dopo un’attesa mozzafiato, all’improvviso il tabellone luminoso indica 8.90. La folla esplode e in quel momento la gente inizia a rendersi conto che si è appena entrati in un’altra era. Da quel giorno, il salto in lungo non sarà più lo stesso. È stato portato, infatti, a un livello superiore. Bob Beamon si terrà tutta la sua magnificenza in questo unico salto. Solo in quel caso, infatti, l’atleta riuscì a superare gli 8 metri di ampiezza. Ma ancora oggi, quasi 50 anni dopo, il suo è sempre record olimpico.

(Credit foto – pagina Facebook AdrianSprints.com)

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