Borg McEnroe, tennis d’altri tempi

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Di Redazione Metropolitan

Rivalità è troppo spesso un termine inflazionato al negativo. Innegabilmente detiene caratteristiche ostili ma denota una caratteristica positiva che vale la candela. Il fattore spettacolo è insito etimologicamente nel sostantivo femminile e coniugato sportivamente presenta diverse forme. Una di queste è l’eterna sfida Borg McEnroe.

Gli opposti che non si attraggono.

L’uno svedese, alto, glaciale, principesco con quella chioma dorata simil-silvia, calmo, pacato. L’altro americano, alto anche lui, furioso, selvaggio con quei ricci castani incotrollabili, incandescente. Bjorn Borg e John McEnroe avevano però in comune una rabbia feroce, nell’uno controllata, nell’altro esplosiva. Avevano in comune l’arte tennistica, dipingevano l’aria attraverso volè, dritti, rovesci. Opposti e tanto simili da diventare rivali. Il loro scontro era armonia all’interno del campo rettangolare e Janus Metz ne ha fatto un film.

rame da "Borg McEnroe" foto dal web. Borg McEnroe
Frame da “Borg McEnroe” foto dal web

Quattordici scontri diretti e sette vittorie pro capite tra il 1978 e il 1981. Un pareggio assoluto che decreta il mito di una sfida senza tempo.

Bjon Borg (Sverrir Gudnason, svedesone anemico del cinema baltico) e John McEnroe (il più che ideale Shia LaBeouf) sono puntati da stampa e non per questo Wimbledon 1980 che li vede ambedue favoriti per la vittoria del prestigioso torneo. Due figure antitetiche che sfogano nella racchetta due infanzie, forse perdute, dedicate ciecamente al successo, al raggiungimento della perfezione stilistica e tecnica. La loro finale sarà storia e decreterà in un susseguirsi di suspense visiva, l’inizio di una rivalità spettacolare.

Gli autentici Borg McEnroe foto dal web.Borg McEnroe
Gli autentici Borg McEnroe foto dal web

Questa sera su Rai3, “Borg McEnroe” di Janus Metz alle 21.20. Un thriller sportivo alla maniera hitchckociana che tiene non poco il fiato alla gola. Restate a casa.

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