Celebriamo il Dantedì del 25 marzo ricordando le suggestive illustrazioni della Divina Commedia ad opera del maestro del Rinascimento Sandro Botticelli, prestigioso illustratore d’eccezione.
La Divina Commedia di Botticelli
Per celebrare il giorno di Dante, istituito quest’anno, ricordiamo l’opera di uno dei suoi più celebri e prestigiosi illustratori Sandro botticelli.
Quando la famiglia de’ Medici commissiono’ a Sandro Botticelli il compito di illustrare la Divina Commedia di Dante Alighieri, la fama del Botticelli era già indiscussa.
Siamo circa nel 1480 e Botticelli aveva già ammaliato i suoi contemporanei alla corte di Firenze con le opere “Nascita di Venere” e con la “Primavera”.
Botticelli, prima di questa commissione, aveva già dimostrato di saper raccontare per immagini storie e eventi ricchi di personaggi con una tecnica quasi cinematografica.
Era in grado di illustrare la prospettiva, l’ambientazione il paesaggio e l’azione delle storie. Aveva già dato corpo ad allegorie e a precetti morali in altre opere. Era l’uomo giusto per questa impresa: trasformare in immagini la ricchezza delle descrizioni dantesche.
La Divina Commedia in cento disegni
Botticelli doveva realizzare cento disegni, uno per ogni canto, più uno che doveva rappresentare l’architettura complessiva dell’Inferno. Un capolavoro per illustrare un capolavoro.
Di questi oggi cento disegni oggi se ne conoscono 92. Al nuovo Kupferstichkabinett di Berlino ne sono conservate 85. Le altre 7 pergamene, acquistate da Alessandro VIII nel 1669, sono oggi custodite nella Biblioteca Apostolica Vaticana.
Purtroppo, di tutte le illustrazioni previste per la Divina Commedia, fu completata solo la celebre immagine della voragine infernale. La suggestiva voragine infernale rappresenta l’Inferno dantesco come un grande imbuto con elementi architettonici e piccole figure in miniatura.
La tecnica è quella del disegno su pergamena con il quale Botticelli trasforma in immagini ricche di mistero e meraviglia le parole di Dante.
Un capolavoro che illustra un capolavoro
Il maestro del rinascimento con semplici tratti racconta corpi maltrattati, mostri, architetture, paesaggi infernali e prospettive vertiginose. I colori utilizzati sono per lo più colori neutri, come l’ocra. In alcuni disegni le vesti di Dante e Virgilio sono a colori, come per aiutare a guidare il nostro occhio lungo il loro viaggio.
Spesso gli eventi della commedia sono disegnati sullo stesso foglio, come nei moderni fumetti. In ogni tavola è sempre rappresentato l’intero ambiente, in una sorta di campo lungo cinematografico. Questo aiuta a collocare l’azione verso x verso, lungo il percorso che Dante segue nel suo andare. Purtroppo il lavoro non fu portato a termine, e le pergamene dei Canti XXXI e XXXIII del Paradiso non sono state illustrate.
La Voragine Infernale
A distanza di secoli la rappresentazione della voragine infernale ad opera del Botticelli continua a coinvolgere ed emozionare il pubblico moderno. Infatti la rappresentazione della Voragine Infernale del Botticelli stregò l’immaginazione sia dello scrittore Dan Brown che il talentuoso regista Ron Howard. Lo dimostrano sia la stesura del romanzo “Inferno” di Dan Brown, uscito nel 2013 che l’omonimo film di Ron Howard con Tom Hanks, in Italia nel 2016 .
Anche il Virus nell’Inferno
Romanzo e film sono oggi più che mai attuali. Infatti negli ingredienti della storia, oltre agli oscuri gironi infernali Danteschi e la loro suggestiva resa per mano del Botticelli, c’è anche la minaccia di un contagio globale da virus da parte di un gruppo di bioterroristi.
La trama, oltre alla narrazione della minaccia del contagio dell’intera popolazione mondiale da parte di un virus, racconta anche del lavoro dell’ OMS per arginare gli effetti del virus sulle persone.
Ma il protagonista di questa storia non è il Virus, anche se è difficile crederlo in questi nostri giorni minacciati dal COVD19, ma il disegno che Botticelli dedicò all’Inferno di Dante. E’ infatti questo disegno che ha ispirato l’avvincente thriller Inferno.
Il Romanzo e il Film
Nel romanzo comunque ci sono alcune imprecisioni rispetto alle descrizioni dantesche dei dannati. Una riguarda il girone dei golosi che il romanzo descrive come fermi a nutrirsi dei loro escrementi. In realtà in Dante questa descrizione corrisponde alla pena degli adulatori, mentre i golosi sono semisommersi e si agitano nel fango. Inoltre il romanzo descrive particolari che nella Visione dell’Inferno di Botticelli che sono praticamente invisibili, se non del tutto assenti nel disegno.
Nella versione cinematografica il finale risulta diverso da quello del romanzo, ma non racconto di più per non spoilerare il finale per chi ancora deve leggere il romanzo o vedere il film. Invece, se lo avete letto e non lo ricordate o se avrete la curiosità di leggere il libro sappiate che anche il libro di Dan Brown termina con la stessa parola con cui finiscono tutte e tre le cantiche della Divina Commedia: con la parola “Stelle”.
di M. Cristina Cadolini