Dopo quella di Torino, anche la bomba di Brindisi sta per essere rimossa dagli artificieri dell’esercito. Evacuate oltre 53.000 persone dalla zona rossa

220 kg di peso (di cui 40 solo di tritolo) per un metro di lunghezza: questi sono i dati della bomba che gli operai di Brindisi hanno scoperto lo scorso 2 novembre. L’ordigno, di fabbricazione britannica, è stato sganciato durante la seconda guerra mondiale (presumibilmente nel 1941), ma è stato rinvenuto quasi 80 anni dopo. Merito di un cantiere di ampliamento del cinema Andromeda, famoso multisala brindisino.

Oggi sarà il giorno decisivo per la messa in sicurezza della bomba. Entro le otto l’esercito ha fatto evacuare la zona rossa, che ha un raggio di circa 1600 metri dal punto di ritrovamento. Il piano, simile a quello attuato per il disinnesco della bomba di Torino, prevede la ridistribuzione di oltre 53.000 persone in 14 aree di accoglienza. Per ogni problema sanitario ci sono vari presidi medici, ma la situazione è sembrata assolutamente gestibile.

L’esercito ha imposto il blocco totale del traffico automobilistico, ferroviario e aereo fino al termine delle operazioni, previste per mezzogiorno. 41 varchi di accesso alla città sono chiusi, mentre i navigatori di Waze e Google Maps sono aggiornati in tempo reale e selezionano in automatico percorsi alternativi.

L’operazione dell’esercito

Dopo il termine dell’evacuazione, sono incominciate le operazioni di messa in sicurezza. 20 squadre di vigili del fuoco si sono posizionate, per ogni necessità, a 450 metri di distanza mentre 2 artificieri del Reggimento Genio guastatori di Brindisi provvedono alla rimozione della spoletta danneggiata. A monitorare costantemente l’operazione ci sono un robot dotato di una telecamera ad alta definizione e 4 droni che dal cielo sorvegliano l’intera città. Una disattivata definitivamente la spoletta, gli artificieri trasporteranno la bomba nella vicina cava di Autigno, nella periferia brindisina, e la faranno brillare.