Ci ricordiamo tutti di quando, nel 2007, Britney Spears soffrì il suo commentatissimo “crollo mentale”, rasandosi a zero all’improvviso. Fu un atto di autodeterminazione fortissimo, da parte di una venticinquenne forzata a vestire i panni dell’icona pop, che da tempo avevano iniziato a starle stretti. E da quel periodo turbolento e i TSO che ne seguirono, l’immagine della principessa del pop cambiò, trasformandosi in quella di un’artista talentuosa, ma profondamente disturbata.

Nel 2008, in seguito a una serie di ricoveri, la sua tutela legale fu affidata al padre, Jamie Spears, e all’avvocato Andrew Wallet. Questa “conservatorship” è, semplicemente, uno status legale per cui qualcunə, stabilitə da un giudice incapacə di intendere e di volere, non ha più potere decisionale su di sé. Si usa, per esempio, nei casi di anzianə, o persone con profonde disabilità mentali. Un familiare, di solito, si assume le responsabilità di gestione della vita di tutti i giorni, degli affari finanziari, e di prendere decisioni mediche. La conservatorship di Britney Spears sarebbe dovuta terminare nel 2009, ma è stata di volta in volta estesa. Nonostante le continue richieste della cantante stessa di poter di nuovo ottenere poteri decisionali su se stessa.

Britney Spears, legalmente incapace di decidere quando guidare. Photo Credits: Valérie Macon/AFP/Getty Images

La storia travagliata della conservatorship

Non si tratta solo di una questione di soldi, anche se sicuramente questi c’entrano. Nel 2019, infatti, Jamie Spears si è pagato uno stipendio di $128.000, presi dai beni della figlia, in quanto suo tutore legale. Britney non può firmare contratti di lavoro o spendere i suoi soldi senza l’approvazione del padre. Ma il controllo va oltre: Jamie Spears ha un potere decisionale vastissimo sulla vita personale della figlia. Su a chi le sia concesso incontrare, su quanto e come possa uscire di casa, su quando possa guidare. E non ci dimentichiamo del lato medico – Britney non può prendere decisioni autonome sulla sua salute. 

Verso la fine del 2019, Britney Spears si ricoverò di nuovo in un ospedale psichiatrico. La versione ufficiale dei fatti è che l’abbia fatto volontariamente, per lo stress causato dai problemi di salute del padre. Gli stessi problemi di salute che lo fecero temporaneamente ritirare dalle responsabilità della tutela legale. Secondo alcune fonti, però, il ricovero sarebbe stato forzato, perché Britney voleva smettere di prendere gli psicofarmaci che le erano stati prescritti (sotto richiesta del padre). Quanto al tirarsi indietro come tutore legale del padre, ciò sarebbe accaduto in seguito ad una lite con Sean, il figlio della cantante. Lite dopo la quale l’ex marito di Britney, nonché padre dei suoi figli, denunciò Jamie Spears per maltrattamenti, ottenendo un’ordinanza restrittiva.

Sono tutte congetture, dicono fonti vicine alla cantante. Ella sarebbe davvero incapace di intendere e di volere, di capire cosa sia meglio per sé e di prendere qualsiasi decisione da sola. La tutela legale del padre servirebbe per prendersi cura di lei e del suo patrimonio, per proteggerla da se stessa e da “persone tossiche” che potrebbero avere effetti negativi su di lei. 

A Britney Spears, ovviamente, la situazione non piace

La cantante non si è espressa pubblicamente sulla situazione, a parte qualche commento criptico nelle sue didascalie su Instagram. Nell’ultima, che risale a martedì, Britney Spears dice di non aver visto il documentario uscito di recente, ma di aver pianto per settimane per l’imbarazzo di essere dipinta in tale luce. Non è difficile capire perché si sia voluta tenere così stretta la sua privacy: il livello di scrutinio, infatti, che questa situazione le ha gettato addosso è enorme. Dai fan preoccupati, radunati al grido di #FreeBritney, ai podcasters affamati di scoop che avrebbero accostato persone molto vicine alla famiglia della cantante.

Quello che sappiamo per certo, però, è che Britney è fortemente opposta ad avere Jamie Spears come tutore legale. Tant’è che ha deciso che non si esibirà più finché la situazione non cambi. Dopo i continui rifiuti da parte del sistema giudiziario a porre fine alla conservatorship, adesso Britney sta cercando di cambiare tutore. La sua “responsabile di cura”, Jodi Montgomery, che già ebbe il ruolo di conservator temporaneamente nel 2019, è la candidata che la cantante desidera. La prossima udienza è prevista per il 27 Aprile 2021, e speriamo che lə giudice emetta un verdetto favorevole. Free Britney!

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