Cosa vi ricordate del 2007? Forse nulla di cronaca o vicende sociopolitiche. Se siete nati/e tra il 1985 e il 1997, probabilmente ricorderete il 2007 come l’anno in cui Britney Spears si rasò i capelli.
Da quel momento in poi la vita della principessa del pop cambia drasticamente. Tra riabilitazioni, cause legali e momenti iconici, fino ad arrivare all’hashtag #freebritney. La storia di questa star sembra essere una parabola della condizione femminile in occidente. Noi BRAVE abbiamo deciso di fare un focus su questa vicenda.
Britney Spears: da sex symbol…
L’immagine di Britney Spears nella prima metà degli anni 2000 divenne il paradigma di tutte le future icone del pop: una sensualità molto candida, una storiella sulla sua presunta verginità, e la storia d’amore con “l’amico d’infanzia” del Mickey Mouse Club, Justin Timberlake.
Quando Britney Spears arriva alla maggiore età, i videoclip si fanno più audaci, parallelamente all’exploit della collega/rivale Christina Aguilera, che con“Dirrty” nel 2004 cancella in un colpo l’immagine di brava ragazza che gli era stata assegnata. Britney Spears nello stesso periodo canta “Overprocted” “I’m a slave 4 u” che sembra essere un triste presagio di quanto accadrà con #freebritney.
….A icona punk
Nei primi anni del 2000 l’attenzione sulla sessualità di Britney Spears è talmente pressante, che persino canali come AllMusic o critici musicali come David Browne non fanno altro che chiedersi: chi è la vera bad girl? Britney Spears o Christina Aguilera? I Paparazzi intanto cercano morbosamente dettagli della vita privata delle pop star, che possano rivelare la verità sulla loro attitudine.
All’apice di tutto ciò, Britney Spears, nel 2007 si reca in un parrucchiere di Los Angeles, prende il rasoio e si rasa la testa da sola. Da sempre, dalle suore a Dolores O’Riordan, rasarsi la testa significa rinunciare alla propria femminilità. Nel caso di Britney non è difficile immaginare come la “rinuncia alla femminilità” sia un gesto di ribellione e una ricerca di libertà. In questo La Principessa del Pop è pura iconoclastia di se stessa. Insomma, un’icona punk.
Questo moto di ribellione, però, le costerà caro: perde la custodia dei figli, subisce un TSO, le vengono diagnosticate diverse malattie mentali e il padre assume completamente il controllo della sua vita, della sua carriera e dei suoi soldi.

Britney Spears non riesce a “divorziare” dal padre
Da oltre 10 anni Britney Spears non ha controllo sulle sue finanze ed è sottoposta a cure psichiatriche invasive, contro la sua volontà. È sempre il padre a percepire 130.000 dollari l’anno del patrimonio della figlia. A novembre di quest’anno, a Los Angeles Britney ha perso il ricorso per separarsi dal padre e riacquistare il controllo sulla sua vita. La cantante ha quindi deciso che non si esibirà più finchè la situazione non cambierà.
La storia di Britney Spears ci ricorda tristemente la condizione femminile in occidente. Finchè la sessualità e il comportamento della pop star erano conformi alla norma e al servizio del desiderio maschile, i suoi presunti problemi mentali non erano un problema. Appena la ragazza ha dimostrato di volersi impossessare della sua immagine e della sua sessualità, la società l’ha stigmatizzata come “pazza” e le ha tolto ogni indipendenza. Quello che è successo a Britney è molto simile a quello che per anni hanno subito le donne che mostravano il proprio desiderio sessuale o erano intolleranti alla vita familiare. Venivano etichettate come “isteriche”e medicalizzate.
Spesso la malattia mentale è stata strumentalizzata dal patriarcato, come pretesto per infantilizzare le donne, e negar loro l’indipendenza. Ci auguriamo ovviamente di vedere presto Britney Spears calcare i palchi, finalmente libera. Free Britney!